ROMA (ITALPRESS) – “Rivendichiamo un cambio del modello di sviluppo per affrontare le tante cose che non stanno funzionando: dal lavoro alla scuola, alla sanità, agli investimenti. Bisogna rimettere al centro le persone e rimettere al centro il lavoro, è una operazione culturale”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia di stampa Italpress. “Da un certo punto di vista bisogna cogliere l’opportunità che il Covid ha avuto di mettere a nudo tutti i nostri limiti e le nostre difficoltà – aggiunge -. Sta emergendo che c’è bisogno di scegliere dei filoni di investimento precisi, pensiamo alla sanità pubblica, se il nostro problema è connettere tutta Italia vuol dire fare investimenti, spendere i soldi nel 5G, vuol dire un intervento pubblico, un ruolo di CdP, vuol dire fare una politica industriale. E’ arrivato il momento di fare delle scelte precise e individuare delle priorità. Questo vuol dire creare lavoro”. Secondo il leader della Cgil “bisogna far ripartire gli investimenti pubblici ma anche quelli privati, serve una riforma fiscale perchè intervenire sul fisco vuol dire redistribuire anche la ricchezza. Con Cisl e Uil abbiamo fatto una piattaforma, l’abbiamo presentata al governo e stiamo chiedendo di aprire una trattativa”.
Il segretario evidenzia la necessità di un cambiamento culturale sul tema lavoro: “Con la pandemia abbiamo visto che sono tornati ad avere peso dei lavori che la gente neppure sapeva che esistevano. Bisogna rimettere al centro le persone e rimettere al centro il lavoro, è una operazione culturale. L’imprenditore che investe sul lavoro non troverà mai il sindacato e i lavoratori contrari, chi investe sullo sfruttamento troverà una resistenza e una reazione del sindacato”. Inoltre “è necessario investire sulla qualità del lavoro, la competizione deve essere giocata sull’intelligenza che le persone mettono nei prodotti. Paghiamo anche il fatto che siamo il Paese che ha investito meno nell’innovazione”, aggiunge.
Sul tema scuola, Landini parla di “problema complesso, nessuno ha la bacchetta magica, credo che paghiamo anche ritardi di anni – spiega -. Ma una delle discussioni che avevamo fatto e che sta emergendo, è che c’era bisogno di fare più assunzioni. Se non intervieni la scuola non fa altro che fabbricare dei precari, io credo che sia il momento, per l’esigenza che c’è, di risolvere dei problemi e riformare il nostro sistema scolastico”.
(ITALPRESS).
Il segretario evidenzia la necessità di un cambiamento culturale sul tema lavoro: “Con la pandemia abbiamo visto che sono tornati ad avere peso dei lavori che la gente neppure sapeva che esistevano. Bisogna rimettere al centro le persone e rimettere al centro il lavoro, è una operazione culturale. L’imprenditore che investe sul lavoro non troverà mai il sindacato e i lavoratori contrari, chi investe sullo sfruttamento troverà una resistenza e una reazione del sindacato”. Inoltre “è necessario investire sulla qualità del lavoro, la competizione deve essere giocata sull’intelligenza che le persone mettono nei prodotti. Paghiamo anche il fatto che siamo il Paese che ha investito meno nell’innovazione”, aggiunge.
Sul tema scuola, Landini parla di “problema complesso, nessuno ha la bacchetta magica, credo che paghiamo anche ritardi di anni – spiega -. Ma una delle discussioni che avevamo fatto e che sta emergendo, è che c’era bisogno di fare più assunzioni. Se non intervieni la scuola non fa altro che fabbricare dei precari, io credo che sia il momento, per l’esigenza che c’è, di risolvere dei problemi e riformare il nostro sistema scolastico”.
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