ROMA (ITALPRESS) – Dopo la frenata dell’ultima parte del 2022, nei primi due mesi dell’anno l’occupazione dei lavoratori dipendenti ha accelerato. Tra gennaio e febbraio sono stati creati oltre 100.000 posti al netto delle cessazioni, circa un terzo in più rispetto allo stesso periodo del 2019, prima della pandemia. La domanda di lavoro è stata trainata soprattutto dai servizi. Beneficiando del calo dei prezzi dell’energia, si è rafforzata anche la dinamica nell’industria. E’ quanto emerge da un rapporto di Ministero del Lavoro, Banca d’Italia e Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL).
La crescita dell’occupazione si è finora concentrata nella componente a tempo indeterminato, grazie anche alle numerose trasformazioni di contratti a termine. Nei prossimi mesi la ricomposizione della forza lavoro verso impieghi stabili potrebbe essere meno intensa: la quota dei contratti a tempo determinato, sul totale delle assunzioni, sta lentamente aumentando.
Dopo essere state più penalizzate rispetto agli uomini durante la crisi pandemica, dalla fine del 2021 l’occupazione femminile è cresciuta fino a raggiungere livelli storicamente elevati. A questa dinamica ha contribuito l’alta incidenza nel biennio 2021-22 della domanda di lavoro nei settori del commercio, del turismo e dei servizi alla persona, dove la quota di donne impiegate è maggiore. Negli ultimi due anni le donne hanno però occupato solo un terzo dei posti a tempo indeterminato.
Nel 2022 il numero di disoccupati misurato dalle dichiarazioni di immediata disponibilità, si è ridotto di 80.000 unità, meno rispetto al calo del 2021 (-300.000). In linea con i dati dell’Istat, che segnalano una diffusa crescita dei tassi di partecipazione, i flussi di nuovi ingressi nello stato di disoccupazione rimangono consistenti: sono aumentati in tutte le fasce di età e soprattutto nel Mezzogiorno.
La crescita dell’occupazione si è finora concentrata nella componente a tempo indeterminato, grazie anche alle numerose trasformazioni di contratti a termine. Nei prossimi mesi la ricomposizione della forza lavoro verso impieghi stabili potrebbe essere meno intensa: la quota dei contratti a tempo determinato, sul totale delle assunzioni, sta lentamente aumentando.
Dopo essere state più penalizzate rispetto agli uomini durante la crisi pandemica, dalla fine del 2021 l’occupazione femminile è cresciuta fino a raggiungere livelli storicamente elevati. A questa dinamica ha contribuito l’alta incidenza nel biennio 2021-22 della domanda di lavoro nei settori del commercio, del turismo e dei servizi alla persona, dove la quota di donne impiegate è maggiore. Negli ultimi due anni le donne hanno però occupato solo un terzo dei posti a tempo indeterminato.
Nel 2022 il numero di disoccupati misurato dalle dichiarazioni di immediata disponibilità, si è ridotto di 80.000 unità, meno rispetto al calo del 2021 (-300.000). In linea con i dati dell’Istat, che segnalano una diffusa crescita dei tassi di partecipazione, i flussi di nuovi ingressi nello stato di disoccupazione rimangono consistenti: sono aumentati in tutte le fasce di età e soprattutto nel Mezzogiorno.
– foto Agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).