MILANO (ITALPRESS) – ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha deliberato l’avvio del secondo periodo di regolazione tariffaria per il settore dei rifiuti, MTR-2, valido dal 2022 al 2025.
Pur confermando l’impianto generale del Metodo presentato alla fine del 2019 – in primis la garanzia della sostenibilità sociale delle tariffe, grazie al vincolo di crescita delle entrate per gli operatori – sono numerose le novità che ampliano il perimetro di controllo della filiera e di conseguenza il numero di soggetti interessati.
Se il primo MTR introduceva il riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento per le fasi della filiera dei rifiuti fino al conferimento, con l’MTR-2 si regolano da oggi anche le tariffe di accesso agli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani. Si arriva, cioè, fino al “cancello” di impianti e di discariche, prevedendo una programmazione quadriennale, premiando il ricorso ad impianti di trattamento che valorizzino i rifiuti e penalizzando decisamente il conferimento in discarica.
Per il presidente dell’ARERA, Stefano Besseghini, “Con il nuovo Metodo ARERA conferma la propria attenzione al settore, completando il progetto avviato con il precedente metodo. La regolazione del settore è certamente lungi dall’essere matura, ma il percorso procede in un dialogo cercato e costante con i consumatori e tutti i portatori di interesse. L’introduzione della regolazione degli impianti, con una specifica attenzione alla chiusura del ciclo, rappresenta un elemento di assoluta novità. L’MTR-2 è uno strumento flessibile che consente, agli Enti territorialmente competenti e agli operatori, di fornire agli utenti servizi adeguati a costi sostenibili e l’Autorità è pronta ad intervenire nei casi di inerzia nell’applicazione del Metodo”.
In questo secondo periodo di regolazione – dopo le consultazioni che hanno coinvolto il tavolo tecnico permanente istituito da ARERA con le Regioni e le Autonomie locali e i focus group con i consumatori e gli operatori – sono incluse variabili di calcolo che tengono conto dei più recenti elementi normativi europei e nazionali, che hanno modificato la classificazione dei rifiuti e gli obiettivi ambientali nel corso di questi anni.
Sono stati considerati gli obiettivi a lungo termine per l’economia circolare, la responsabilità estesa del produttore, le regole per gli imballaggi, la gerarchia dei rifiuti urbani e la loro identificazione, la graduale riduzione dei conferimenti in discarica, il principio “chi inquina paga” e – infine – il collegamento con il PNRR.
Per affrontare le evidenti differenze territoriali e gestionali, sia in termini di presenza di impianti che di gestione dei flussi di rifiuti, l’Autorità ha confermato un modello di regolazione tariffaria “asimmetrica”, introducendo un meccanismo di incentivazione tramite perequazione, sulla base della gerarchia dei rifiuti, che prevede componenti a compensazione o maggiorazione dei corrispettivi per l’accesso a seconda del tipo di impianto.
Gli impianti sono classificati secondo la natura del gestore (“integrato” se gestisce più fasi della filiera e ha impianti di trattamento già considerati nella regolazione del precedente MTR) e il ruolo che ricoprono nel ciclo (se impianti di chiusura del ciclo o intermedi).
Il meccanismo di perequazione, nonchè il previsto limite alle tariffe di accesso ai medesimi impianti, mirano a responsabilizzare le realtà locali, supportando i percorsi di miglioramento dell’efficienza gestionale, di completamento della filiera e di realizzazione di impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti, premiando la prossimità territoriale.
Sono impianti “minimi” quelli ritenuti indispensabili alla chiusura del ciclo dei rifiuti nel loro territorio e previsti nella programmazione. Sono impianti “aggiuntivi” quelli diversi dai minimi, per i quali si applica una regolazione orientata alla trasparenza
La regolazione MTR-2, quindi, oltre ad applicarsi a tutti i gestori integrati e ai loro impianti, si applica agli operatori non integrati che gestiscono impianti “minimi”, con l’introduzione di incentivi decrescenti in base al tipo di trattamento che operano sui rifiuti (compostaggio, digestione anaerobica, termovalorizzazione).
E’ sempre penalizzato il conferimento in discarica.
“I livelli di raccolta differenziata, il trattamento dei rifiuti con riutilizzo o riciclo, la prossimità territoriale e le caratteristiche dimensionali, tecnologiche e di impatto ambientale degli impianti, diventano con l’MTR-2 variabili quantitative che determinano la TARI, rendendola più vicina alle esigenze dei cittadini”, si legge in una nota.
(ITALPRESS).
Pur confermando l’impianto generale del Metodo presentato alla fine del 2019 – in primis la garanzia della sostenibilità sociale delle tariffe, grazie al vincolo di crescita delle entrate per gli operatori – sono numerose le novità che ampliano il perimetro di controllo della filiera e di conseguenza il numero di soggetti interessati.
Se il primo MTR introduceva il riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento per le fasi della filiera dei rifiuti fino al conferimento, con l’MTR-2 si regolano da oggi anche le tariffe di accesso agli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani. Si arriva, cioè, fino al “cancello” di impianti e di discariche, prevedendo una programmazione quadriennale, premiando il ricorso ad impianti di trattamento che valorizzino i rifiuti e penalizzando decisamente il conferimento in discarica.
Per il presidente dell’ARERA, Stefano Besseghini, “Con il nuovo Metodo ARERA conferma la propria attenzione al settore, completando il progetto avviato con il precedente metodo. La regolazione del settore è certamente lungi dall’essere matura, ma il percorso procede in un dialogo cercato e costante con i consumatori e tutti i portatori di interesse. L’introduzione della regolazione degli impianti, con una specifica attenzione alla chiusura del ciclo, rappresenta un elemento di assoluta novità. L’MTR-2 è uno strumento flessibile che consente, agli Enti territorialmente competenti e agli operatori, di fornire agli utenti servizi adeguati a costi sostenibili e l’Autorità è pronta ad intervenire nei casi di inerzia nell’applicazione del Metodo”.
In questo secondo periodo di regolazione – dopo le consultazioni che hanno coinvolto il tavolo tecnico permanente istituito da ARERA con le Regioni e le Autonomie locali e i focus group con i consumatori e gli operatori – sono incluse variabili di calcolo che tengono conto dei più recenti elementi normativi europei e nazionali, che hanno modificato la classificazione dei rifiuti e gli obiettivi ambientali nel corso di questi anni.
Sono stati considerati gli obiettivi a lungo termine per l’economia circolare, la responsabilità estesa del produttore, le regole per gli imballaggi, la gerarchia dei rifiuti urbani e la loro identificazione, la graduale riduzione dei conferimenti in discarica, il principio “chi inquina paga” e – infine – il collegamento con il PNRR.
Per affrontare le evidenti differenze territoriali e gestionali, sia in termini di presenza di impianti che di gestione dei flussi di rifiuti, l’Autorità ha confermato un modello di regolazione tariffaria “asimmetrica”, introducendo un meccanismo di incentivazione tramite perequazione, sulla base della gerarchia dei rifiuti, che prevede componenti a compensazione o maggiorazione dei corrispettivi per l’accesso a seconda del tipo di impianto.
Gli impianti sono classificati secondo la natura del gestore (“integrato” se gestisce più fasi della filiera e ha impianti di trattamento già considerati nella regolazione del precedente MTR) e il ruolo che ricoprono nel ciclo (se impianti di chiusura del ciclo o intermedi).
Il meccanismo di perequazione, nonchè il previsto limite alle tariffe di accesso ai medesimi impianti, mirano a responsabilizzare le realtà locali, supportando i percorsi di miglioramento dell’efficienza gestionale, di completamento della filiera e di realizzazione di impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti, premiando la prossimità territoriale.
Sono impianti “minimi” quelli ritenuti indispensabili alla chiusura del ciclo dei rifiuti nel loro territorio e previsti nella programmazione. Sono impianti “aggiuntivi” quelli diversi dai minimi, per i quali si applica una regolazione orientata alla trasparenza
La regolazione MTR-2, quindi, oltre ad applicarsi a tutti i gestori integrati e ai loro impianti, si applica agli operatori non integrati che gestiscono impianti “minimi”, con l’introduzione di incentivi decrescenti in base al tipo di trattamento che operano sui rifiuti (compostaggio, digestione anaerobica, termovalorizzazione).
E’ sempre penalizzato il conferimento in discarica.
“I livelli di raccolta differenziata, il trattamento dei rifiuti con riutilizzo o riciclo, la prossimità territoriale e le caratteristiche dimensionali, tecnologiche e di impatto ambientale degli impianti, diventano con l’MTR-2 variabili quantitative che determinano la TARI, rendendola più vicina alle esigenze dei cittadini”, si legge in una nota.
(ITALPRESS).