A 25 anni dalla scomparsa dello storico Giuseppe Sissa rivalutata la sua metodologia di ricerca

Giuseppe Sissa

PEGOGNAGA – Giuseppe Sissa é fisico e storico pegognaghese di primo piano. Scomparso 25 anni fa, viene oggi riscoperta e messa in giusta luce la sua grandezza di ricercatore in entrambe le scienze, talché la sua metodologia di ricerca é indicata alle giovani generazioni come la più rigorosa nel perseguire la verità nei due campi di studio.
A sottolinearne la singolare personalità scientifica é stata Angelica Bertellini, ricercatrice del Centro Culturale Livia Bottardi Milani di Pegognaga, in una conferenza, rigorosamente limitata causa Covid, ad un pubblico selezionato, indetta dall’assessore alla cultura Silvia Scarduelli. Bertellini ha curato la nuova ristampa del testo più noto di Sissa, la “Storia di Pegognaga“, allestendo altresì una mostra di parte dei documenti che lo studioso ha rintracciato in anni di ricerca, tratti dal Fondo donato alla biblioteca dai fratelli Sissa. «La meticolosità dello studioso Sissa – ha sottolineato Bertellini – era tale per cui si preoccupava persino dello stato di salute dei documenti. Tant’é vero che prima di dare alle stampe il testo della sua Storia, aveva scritto all’archivista dell’abbazia di Nonantola segnalando le precarie condizioni in cui aveva trovato due importanti pergamene riferentesi a Pegognaga. Ha dato il via alla pubblicazione del libro solo quando ha ricevuto assicurazione del loro ripristino. Rigore oggi ritenuto eccessivo, ma indicativo della serietà dello studioso.
Lo riprova il fatto che la ricerca condotta da Sissa sul preciso sito, chiamato Flexum, del primo nucleo di popolazione originante Pegognaga in epoca romana, é stata recepita nel 1959 dal docente di storia di fama mondiale Vittore Colorni».
La “Storia di Pegognaga”, pubblicata per la prima volta a cura dell’Accademia Nazionale Virgiliana nel 1979, andò esaurita in breve. L’anno successivo fu fatta una seconda edizione, integrata di nuovi documenti e di tavola cronologica. Sissa quindi si dedicò ad intensa pubblicistica. Dopodiché pubblicò la “Storia di Gonzaga”. «Nel corso delle sue ricerche Sissa ha un colpo di fulmine – annota Bertellini -: s’innamora perdutamente di Matilde di Canossa, quando scopre che la Grancontessa dona Pegognaga all’abbazia di San Benedetto Po». Dal canto suo la figlia Giulia Sissa ha rilevato una felice coincidenza: 2012, anno del terremoto i fratelli Sissa donano il Fondo d’Archivio, che viene sistemato nel 2013 anno della ripresa culturale; 2020, anno del Covid, a maggio la ripresa dell’attività culturale del Centro con la riproposizione della “Storia di Pegognaga”. «Giuseppe Sissa – sottolinea Giulia – é studioso davvero stimolante».

Riccardo Lonardi