A Mantova esplode la cassa integrazione. Tra novembre e dicembre 2019 l’aumento è stato del 713%

A Mantova esplode la cassa integrazione. Tra novembre e dicembre 2019 l'aumento è stato del 713%

MANTOVA – Mantova, a livello provinciale, continua un periodo di sofferenza occupazionale. In autunno, il ricorso alla cassa integrazione (specialmente quella ordinaria) era già aumentato in modo preoccupante. L’esplosione del +713% tra novembre e dicembre apre ad amare riflessioni sullo stato di salute del nostro sistema produttivo. Il territorio virgiliano in questo lasso di tempo si colloca al nono posto tra le province italiane, e al decimo su base annuale.
A dirlo il segretario Uil Mantova-Cremona Paolo Soncini, che dichiara: “la situazione di crisi che stanno vivendo molte aziende è anche figlia di una perdurante assenza di politiche di sviluppo e di competitività, la prima e principale azione da intraprendere è quella di rilanciare il Paese con una politica industriale che guardi al lungo periodo. Poniamo inoltre come strategico il tema della rivalutazione dei tetti massimi del sussidio della cassa integrazione che oggi sono fissati per legge a 993 euro mensili lordi per chi percepisce una retribuzione inferiore o uguale a 2.148 euro, e a 1.194 euro lordi per retribuzioni superiori”. Il dodicesimo rapporto sulla cassa integrazione, redatto dal servizio politiche attive della UIL, mette in luce a livello nazionale una situazione critica: con le 16,3 milioni di ore autorizzate a dicembre, il 2019 si chiude con un totale di circa 260 milioni di ore di cassa integrazione (in aumento del 20,2% rispetto al 2018) ed oltre 127 mila posti di lavoro salvaguardati.
Un forte peso lo ha giocato la massiccia richiesta di cassa integrazione straordinaria che, con 153 milioni di ore richieste nell’anno, ha registrato un incremento del 31,2%, da cui deriva un segnale di persistente difficoltà di molte grandi aziende.
Sono cinquanta le Province dove le richieste di cassa integrazione sono in aumento, con in testa Livorno (+646,6%). In valori assoluti, inoltre, le buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori in cassa integrazione a zero ore, si sono “alleggerite” nel 2019, di oltre 301 milioni di euro che corrispondono a 2.365 euro medi netti annui pro-capite (il 14,4% della retribuzione totale).  In particolare, le operaie e gli operai hanno perso, complessivamente e mediamente, 217,7 milioni di euro netti nel 2019, pari a 2.2.44 euro netti pro capite (il 16,2% del totale della retribuzione), mentre le impiegate e gli impiegati hanno perso, mediamente, 83,3 milioni di euro, pari a 2.754 euro medi l’anno pro-capite (il 13,8% del totale). In Lombardia, complessivamente, le retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori posti in cassa integrazione, hanno subito un taglio di 48,2 milioni di euro netti medi annui. Le ore di cassa integrazione autorizzate tra novembre e dicembre 2019 vedono una importante flessione del 51%:confrontando inoltre il dato annuale dell’anno appena terminato con il 2018, si nota un incremento significativo del ricorso alla cassa integrazione del 17,2%.