Al poeta-operaio Mazzacani l’encomio di Pegognaga

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PEGOGNAGA – Mani da operaio, sensibilità da poeta. E’ la fotografia di Bruno Mazzacani, che martedì 16 agosto riceverà a Pegognaga l’encomio pubblico dal sindaco Matteo Zilocchi, quale figura insigne che rende onore al paese con la sua produzione letteraria.
Noto al grande pubblico da più d’una ventina d’anni come poeta-operaio, é autore di una trentina di volumi di poesie, oltre che d’un migliaio di racconti di singolare fascino. Mazzacani è il classico intellettuale self-made man, “uomo di umili origini – traduce la Treccani – che ha creato dal nulla, grazie al suo lavoro e al suo impegno, la propria posizione sociale”. Di umili origini Mazzacani, per non pesare in famiglia, ha rinunciato alla grande aspirazione di seguire gli studi umanistici, adattandosi a conseguire un diploma professionale per entrare ben presto in fabbrica. Ma alla poesia non ha mai rinunciato, cimentandosi col comporre brevi liriche raffinando nel tempo stile e contenuti, grazie alla naturale dote di cogliere l’attimo di fuggente bellezza della quotidianità sia della natura che delle relazioni umane, portato a vedere il bene anche nelle difficoltà.
E’ con due poesie a tema obbligato quale la pandemia,“Recente passato” e “Speranza” che Mazzacani a Formigine, Modena, ha conquistato l’ennesimo premio nazionale, tra seicento italiani, europei e americani. Un passo di “Recente passato” «Pandemia venuta da lontano / arrivata in un baleno. / Attenzioni, restrizioni, abusi e furberie, / osservanti, ribelli e negazionisti. / Il mondo sembra cambiato / paure e umori, speranze e sogni / distanziamenti forzati ci hanno massacrati. / Non siamo più quelli di prima, / ora anche la poesia non ha più rima. / Una sola speranza vola tra le menti / che passino in fretta questi brutti momenti. / Forse ci ritroveremo tutti cambiati, / la speranza è di aver imparato bene / questa dura e faticosa lezione. / Siamo uomini, si sa, / la storia del futuro ce lo dirà».

Riccardo Lonardi