Ambrosini: “il falso stereotipo d’immigrato crea diffidenza ingiustificata”

Maurizio Ambrosini

PEGOGNAGA – Lo stereotipo dell’immigrato che raggiunge l’Italia su carrette del mare, fatto proprio dalla maggioranza della gente, non corrisponde alla realtà e induce a pregiudizi ampiamente errati. È così sintetizzabile la lectio magistralis di Maurizio Ambrosini, ordinario dell’università di Milano, parlando l’altra sera ad un numeroso pubblico collegato in streaming. L’iniziativa coordinata da Luigi Savorelli e organizzata da Arnaldo De Giuseppe, presidente dell’associazione Solidarietà Educativa di Pegognaga, nel quadro di una serie d’incontri incentrati sulle problematiche migratorie, ha suscitato notevole interesse essendo emersa l’urgenza della precisione del linguaggio. Secondo il professore infatti «Noi non chiamiamo immigrati gli stranieri provenienti dai Paesi ricchi e neppure i benestanti o le persone famose dai Paesi poveri». Vengono quindi comunemente definiti immigrati coloro che sono stranieri e poveri, giacché «La ricchezza sbianca. Tant’è che il termine immigrato contiene un implicito significato svalutativo e minaccioso. Per questo si pone la questione dell’integrazione degli immigrati: mai verso i benestanti, poco verso gli immigrati tollerati, molto verso tutti gli altri». Contribuisce a distorcere l’immagine, dell’immigrato con conseguente diffidenza nell’accoglierlo, l’abissale divario tra percezione dei flussi migratori e realtà statistica. La percezione è un pesante aumento dell’immigrazione «fino a determinare la chiusura dei porti». Per Ambrosini invece «L’evidenza statistica dice che l’immigrazione è stazionaria: nel 2019 hanno raggiunto l’Italia 270mila persone. 2,5 milioni di immigrati lavorano regolarmente pagando le tasse, perciò i benefici superano i costi dello Stato». C’è un dato che sorprende «I migranti non provengono dai Paesi più poveri se non in minima parte. In Italia i primi Paesi rappresentati dai flussi sono: Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina, Filippine». Altro dato sorprendente «In molti casi l’emigrazione è una strategia estrema di difesa di uno stile di vita da classe media». I Paesi di maggiore accoglienza sono Turchia, Colombia, Pakistan Uganda. L’unico dell’UE tra i primi dieci a livello mondiale è la Germania. In Italia il rapporto d’accoglienza è 3,4 immigrati ogni mille abitanti. Vi è un dato che se davvero conosciuto cambierebbe l’atteggiamento di molti «Le restrizioni dei confini – sostiene Ambrosini – da parte degli Stati aprono spazi per agenti non statali, sicché i diritti umani sono difesi sempre più da soggetti privati». I corridoi umanitari infatti sono iniziativa di soggetti religiosi. «Ciò dimostra che tra chiusura delle frontiere e affidamento ai trafficanti c’è una terza via». Per costruire una buona accoglienza occorre evitare pregiudizi, non cadere nella “trappola del miserabilismo”, non suscitare “la dipendenza gratificante”. Alla serata hanno partecipato i coniugi siriani Kassem e Amina domiciliati a Gonzaga.

Riccardo Lonardi