Prezioso rilievo della corte dei Gonzaga venduto al Met di New York per 24milioni di euro

24 milioni di euro: è la cifra a cui è stato venduto al Met, il Metropolitan Museum of Art di New York un rarissimo rilievo in bronzo cinquecentesco, mantovano della corte dei Gonzaga.

A darne notizia è il quotidiano di cultura Stile Arte. Il rilievo è attribuito a Gian Marco Cavalli – Viadana, 1454 circa dopo il 1508 orafo, scultore, incisore e medaglista che lavorò a Mantova per Mantegna e per i Gonzaga.  Creato intorno al 1500, il tondo, 42 centimetri di diametro, risulta il più grande e raffinato “clipeo” di oreficeria del primo Rinascimento. L’opera potrebbe essere stata commissionata da Isabella d’Este. Cavalli incise, tra il 1499 e il 1501, anche alcune medaglie per Luigi Gonzaga e nel 1503 per Isabella stessa. Impreziosito da dorature e intarsi d’argento, il tondo raffigura l’incontro di Venere vincitrice, dea dalle ali dorate, con Marte, grazie al pronubo Amore, mentre il marito di lei, Vulcano, fabbrica l’elmo del dio della guerra.

Il tondo che oggi è al Met di New York era stato precedentemente venduto da Christie’s nel dicembre 2003  era conservato in una casa di campagna, in Inghilterra.

L’acquisto del tondo è stato possibile in gran parte grazie allo straordinario lascito dell’illustre curatore emerito della scultura europea del Met James David Draper  che aveva cercato di acquisire il tondo non appena lo aveva scoperto, nel 2003, ma il Museo, in quell’anno, nonostante avesse partecipato all’asta, non era riuscito ad acquisirlo.

Cosa dicono del rilievo gli studiosi del Met

“Con una cornice integrale e un anello di sospensione in modo da poter essere appeso al muro come un dipinto – come riportato da Stile Arte – il tondo di Cavalli traduce una complessa narrazione pittorica nel linguaggio scultoreo dell’oro, dell’argento e del bronzo, dimostrando le relazioni strette tra pittura, scultura, disegno, incisione e oreficeria alla corte dei Gonzaga. Il simbolismo del tondo amplia la tradizione che assimila Isabella d’Este a Venere, in un paragone già famoso, sottolineato nel Parnaso (1497; Parigi, Louvre) dipinto da Andrea Mantegna per lo studiolo di Isabella nel Palazzo Ducale. Come nel quadro di Mantegna, anche il tondo mostra Marte, Venere, Cupido e Vulcano, ma in una concezione del tutto originale, ricavata da una raccolta di poesie di corte gonzaghesche contemporanee e romanzi popolari. La risonanza del tondo rispetto all’arte e alla letteratura associate a Isabella suggerisce che potrebbe essere stata lei ad averlo commissionato, forse per completare i dipinti esposti nel suo studiolo”.