Arriva l’Economic interior designer, unisce numeri e progettazione di interni

(Adnkronos) – In un mondo in continua evoluzione e altamente competitivo in termini lavorativi, gli scenari professionali diventano sempre più propensi allo sviluppo di contaminazioni tra diversi settori al fine di creare innovazione e sviluppare idee creative. I nuovi modi di concepire le professioni più tradizionali sono sempre più diffusi e capaci di rinnovare gli scenari di mercato con un’ampia diversità di offerta: è il caso di Eszter Radnóczy che affianca a competenze creative le conoscenze economiche. Ungherese, economista, interior designer e imprenditrice, Eszter ha riversato nel suo lavoro progettuale l’humus mitteleuropeo con lo sguardo rivolto all’innovazione e al futuro; nel 2005 ha fondato este’r partners, uno studio di architettura e interior design di Budapest d’ispirazione tutta italiana. 

Dopo la laurea in economia a Budapest, Eszter si stabilisce a Milano per un master in finanza e qui, nella città capitale del design italiano, sceglie di allargare il suo campo d’azione e studiare interior design presso l’Idi (Italian Design Institute). La formazione economica è diventata un plus nell’offrire un servizio differente come interior designer, grazie alla stretta corrispondenza tra creatività e rispetto dei budget, attraverso il monitoraggio e la consulenza continua dei progetti in tutte le fasi di attuazione. Il suo studio este’r partners rivela così una insolita capacità di project management nella gestione puntuale dei progetti. La visione economica consente di pianificare, con un vero e proprio business plan, il progetto di interior design, offrendo un’analisi puntuale dei diversi passaggi operativi e delle opzioni di scelta di materiali e tecnologie che si hanno a disposizione. 

Innovazione nel moderno interior design significa anche, secondo l’economic interior designer Eszter Radnóczy, essere un professionista consapevole delle migliori soluzioni tecnologiche e di domotica a disposizione per coniugare nel progetto in sviluppo, una visione di insieme di risparmio, estetica e sostenibilità che sia sempre capace di distinguersi per la sua unicità e identità.  

“Il design – spiega Eszter Radnóczy – non è un concetto statico. Un progetto inizia con l’analisi e la ricerca, questo è il percorso che porta alla soluzione che diventa inevitabilmente un processo innovativo e personalizzato. Chiunque crei è ispirato da qualche parte. Per noi è importante creare qualcosa di unico. Spesso un viaggio o uno spettacolo naturale o un’opera d’arte sono il nostro punto di partenza. Tuttavia, è importante esaminare attentamente ciò su cui stiamo lavorando e conoscere per chi lo stiamo realizzando, per creare la reale unicità”. 

Una professione volta a supportare i clienti nelle scelte green idonee al loro budget e a creare cultura in tal senso. Orientarsi verso la scelta di un riutilizzo delle risorse, verso materie prime pure, che hanno subìto il minor numero possibile di processi di trasformazione e tecnologie capaci di impattare meno sull’ambiente rendendo efficiente l’abitazione, è ormai un must da rispettare nei progetti per chi si occupa di interior design. Anche l’aumento del caro vita sta orientando le richieste in questa direzione, in ottica di risparmio economico.  

“Cambiare funzione d’uso di uno spazio, riprogettarlo affinché sia coerente con le necessità di comfort e di sostenibilità ambientale – conclude Eszter Radnóczy – sta diventando una delle esigenze sempre più richieste dal mercato. Nello spirito dell’efficienza energetica, si crea un sistema connesso, che deve essere preso in considerazione anche nel design degli interni perché il progetto sia coerente anche in termini di senso. Nel caso di nuovi materiali, lavoriamo con i riciclati e quelli di cui il processo di produzione è noto in ogni sua fase o, se possibile, a km 0. Diamo valore ai piccoli prodotti artigianali e alle realtà produttive che puntano all’efficienza energetica e all’innovazione. Si sta perdendo, in generale, il trend dell’atteggiamento usa e getta o di poca durabilità e ci si sta sempre più orientando verso una scelta di materiali versatili e a lunga vita”.  

 

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