Bertone (Acqua Sant’Anna): “Raddoppiati costi produzione acqua minerale, adeguare prezzi”

(Adnkronos) – Costi raddoppiati per il settore delle acque minerali, a causa del boom dei prezzi dell’energia e dei carburanti. E insostenibili per le aziende, che chiedono un adeguamento dei prezzi al rialzo alla grande distribuzione. E’ l’allarme che lancia, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Alberto Bertone, presidente e ad di Acqua Sant’Anna spa, leader nel settore con il più grande impianto produttivo al mondo: 16 linee di imbottigliamento (13 per l’acqua e 3 per le bevande) che si trova in una frazione del comune di Vinadio, a circa 1.000 m slm, nel cuore delle Alpi Marittime, al confine tra il Piemonte e la Francia.  

“Come tutte le aziende di acqua minerale -spiega Bertone- produciamo in plastica e la plastica è il nostro primo costo industriale. Con la plastica facciamo la bottiglia, il tappo, l’etichetta e l’imballaggio. E quindi i costi principali sono legati alla plastica. La plastica è poi legata al petrolio. Esplosi questi costi sono raddoppiati i costi di produzione. E anche gli autotrasportatori, a causa del caro gasolio, ci chiedono prezzi raddoppiati per consegnare la nostra acqua alla grande distribuzione”, sottolinea. 

Una situazione che sta diventando insostenibile per le aziende. “Noi dal punto di vista della vendita abbiamo dei margini piccolissimi, bassissimi, che ci mettono molto in difficoltà. E la grande distribuzione non riconosce questi aumenti nei costi di produzione. E c’è anche l’Iva al 22% che penalizza perchè tutto quello che noi aumentiamo viene moltiplicato al 22%. E quindi non ci permette di ammortizzare questi maggiori costi e così le aziende come la nostra sono in forte difficoltà”, spiega. Senza dimenticare, continua, “che i costi dell’autotrasporto sono aumentati tantissimo perchè il costo del gasolio è raddoppiato e quindi anche gli autotrasportatori, che sono a valle della nostra produzione, hanno i conti che non stanno in piedi. E la grande distribuzione non permette questo aumento dei prezzi dell’acqua”, spiega ancora.  

Per Bertone non c’è più tempo. “Il problema è capire quanto la grande distribuzione ci permette di riposizionarci in una fascia di prezzo diversa, superiore. Noi dobbiamo assolutamente salire altrimenti ci ‘mangiamo’ tutto quello che abbiamo fatto in questi 20 anni. Perchè abbiamo un raddoppio dei costi e non riusciamo assolutamente a farvi fronte. Servono quindi degli aumenti adeguati all’aumento dei costi di produzione”, ribadisce ancora. E la conformazione dell’industria delle acque minerali non aiuta. “Noi siamo un po’ come i settore della carta, della carta igienica. Abbiamo grandi volumi ma piccoli margini. E così, con questi costi, non riusciamo ad andare avanti. E non riusciamo neanche a fermare le produzioni perchè le nostre aziende hanno grossi costi fissi. Quindi è difficile anche fermare gli impianti e la produzione”.  

Senza dimenticare i contratti di fornitura da onorare con la grande distribuzione. “Abbiamo impegni importanti con la grande distribuzione a rifornirli e quindi dobbiamo mantenerli. Chiediamo solo di riposizionarci in alto. E’ tutto il mercato delle acque minerali che si deve riposizionare perchè abbiamo avuto tutti un raddoppio dei costi di produzione. E noi dobbiamo concedere un aumento agli autotrasportatori altrimenti loro non si spostano e non consegnano”, ribadisce. Costi maggiori che finora sono stati supportati dalle aziende. “Finora noi abbiamo continuato a consegnare regolarmente acqua minerale come da contratto. I maggiori costi di produzione li abbiamo pagati noi, non siamo riusciti a ‘scaricarli’ sui prezzi. Speriamo che finisca presto questa guerra che ha fatto schizzare in alto i costi dell’energia. Ma comunque io credo che alla fine di questa crisi tutto il mercato delle merci si riposizionerà in alto, creando purtroppo inflazione, un po’ come eravamo abituati 30 anni fa”, sottolinea.  

Di certo, per Bertone, servono nuove politiche energetiche e un Paese meno ‘ingessato’. “Spero che questa guerra ci abbia fatto capire tante cose. Ci sono Paesi che hanno tante risorse per fronteggiarne gli effetti e noi invece siamo in enorme difficoltà perchè non abbiamo mai permesso nulla. Noi abbiamo i salti d’acqua da cui potremmo trarre energia o anche sfruttare il vento che abbiamo in montagna solo che la burocrazia non lo permette. E ancora i pannelli fotovoltaici: non possiamo metterli sul tetto della nostra azienda perchè è all’ombra ma potevamo farlo nei parcheggi. Ma non ce lo fanno fare…”, conclude amaro Bertone.  

(di Fabio Paluccio) 

(Adnkronos)