“Nel 2021 ci sono stati circa 550.000 lavoratori in quarantena con circa 200milioni di costo. Questo ha certamente determinato la decisione di escludere il rimborso per il 2022, anche perché il numero dei lavoratori coinvolti sarà di gran lunga superiore”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Giovanni Marcantonio, segretario del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, delegato ai rapporti con l’Inps.
E, secondo Marcantonio, la decisione del governo di escludere il rimborso della quarantena da Covid-19 ai lavoratori per il 2022 “porta estreme difficoltà gestionali nella compilazione del Libro Unico del Lavoro, visto che ci si dovrà barcamenare tra ferie, permessi o assenze giustificate che di certo non rappresentano la realtà”.
Infine, per Marcantonio, “il certificato medico abitualmente non riporta la circostanza che sia malattia per quarantena o meno, anche per motivi di privacy. Solo dopo molti mesi, l’Inps potrà sapere se quel certificato era malattia o quarantena; quindi il datore subirà nel caso di licenziamento per superamento del periodo di comporto il rischio di aver licenziato illegittimamente per superamento sulla base di dati a lui non conoscibili”, conclude.