(Adnkronos) – “Premetto che l’intero comparto della moda italiana è prostrato e addolorato per quanto sta succedendo in Ucraina e che la nostra prima preoccupazione, in questo momento, è concentrarci nello sviluppo dell’iniziativa congiunta con Unhcr l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che sta ottenendo rapidamente adesioni rilevanti da parte dei maggiori brand della moda italiana, con cospicue donazioni che verranno immediatamente utilizzate per dare un aiuto concreto alle persone e alle famiglie costrette alla fuga all’interno dei confini nazionali e verso i paesi limitrofi”. Lo dice ad Adnkronos/Labitalia Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda italiana (Cnmi), molto preoccupato per la situazione umanitaria che sta verificandosi sul fronte ucraino. “Inoltre Cnmi destinerà al fondo costituito da Unhcr i contributi derivati dalla sala sfilata della Milano fashion week appena conclusasi. E’ compito della moda, da sempre, –aggiunge Capasa – promuovere l’unione delle persone e lo scambio culturale, diffondere valori di inclusione e di pace”.
“”L’export verso la Russia dell’intero comparto produttivo moda nel 2021 ammontava a 1,4 miliardi, di cui circa la metà abbigliamento, il resto accessori. A questi andrebbero aggiunti circa 250/300 milioni di acquisti di turisti russi effettuati nei retail italiani”, dice Capasa, rispondendo alla domanda se si hanno già numeri e proiezioni per quanto attiene alla perdita prevista dal settore moda, il secondo produttivo per giro di affari in Italia.
“Possiamo dunque dire che il mercato russo rappresenta in tempi normali per la moda italiana circa il 2% delle esportazioni. Ovviamente, le ripercussioni di questa guerra comporteranno effetti che andranno oltre il blocco del mercato russo e la perdita di quello ucraino, se non altro per l’impatto che il costo energetico avrà sulle nostre produzioni, ma – conclude Capasa – ciò che interessa, in questo momento, è terminare questa guerra e salvaguardare la vita e la libertà delle persone”.