L’appello del produttore: “Eliminare accisa su birra agricola, è discriminatoria”

(Adnkronos) –
“L’accisa sulla birra agricola va eliminata, è discriminatoria perché per il vino, considerato anch’esso prodotto agricolo, non è dovuta. E invece noi produttori continuiamo a pagarla e pesa sul conto economico delle aziende agricole, che sono già fiaccate dal caro-bollette e dal rincaro anche delle materie prime, come le sementi. Senza dimenticare la crisi del settore horeca, che è uno sblocco importante per il nostro prodotto”. E’ l’appello che, con Adnkronos/Labitalia, lancia Mario Grillo, produttore della ‘Birra agricola della Sila – Fattoria biò’, realizzata appunto sull’altopiano silano, in Calabria, utilizzando esclusivamente grani autoctoni, come il grano tenero verna, e poi luppolo e orzo distico, coltivati nella propria azienda.
 

Quella di Mario Grillo è una strada seguita da altre aziende agricole che in tutto il Paese hanno creato microbirrifici artigianali, utilizzando per la produzione materie prime a km 0, prodotte in azienda. Ma discriminate dallo Stato, attacca Grillo, rispetto appunto al vino. La birra agricola infatti è una birra artigianale, ma viene considerata dalle legge prodotto connesso all’attività agricola. Ma con un distinguo di non poco conto con un altro prodotto agricolo, il vino, per il quale non è dovuta alcuna accisa.  

“L’articolo 2135 del codice civile -spiega Grillo, che l’anno scorso ha ricavato da 300 quintali di grano e orzo su per giù 135mila litri di birra che esporta anche in Canada- disciplina l’imprenditore agricolo e le attività connesse, considerando queste ultime come prevalenti rispetto a tutte le altre attività, e cioè che per la produzione di un prodotto agricolo si deve produrre direttamente almeno il 51% della materia prima affinché possa beneficiare delle agevolazioni fiscali”.  

“Le attività connesse -continua l’imprenditore agricolo- vengono indicate in un elenco redatto dal ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto con il ministero delle Politiche agricole dove vengono elencati i codici Ateco che si possono fregiare di poter appartenere alle attività agricole connesse. Il decreto del ministero dell’Economia 13 febbraio 2015 nell’allegato ha inserito il codice Ateco (11.05.0) produzione di malto e la produzione di birra, pertanto la birra non è più considerata un prodotto industriale bensì un prodotto agricolo. All’interno dello stesso decreto troviamo anche la produzione di vini, che non ha alcuna accisa cosa che riscontriamo invece per la produzione di birra”.  

Una disparità che non va giù ai produttori di birra agricola. “Si dovrebbe equiparare la birra al vino, essendo tutti e due prodotti derivanti dalle attività connesse all’agricoltura come anche indicato dallo stesso Ministero, e quindi eliminare l’accisa sulla birra”, conclude Grillo. Ma quanto pesa l’accisa sulla birra? Come sottolinea Unionbirrai, “a partire dal 1° gennaio 2022, l’aliquota di accisa sulla birra verrà ridotta da 2,99 a 2,94 euro per ettolitro per grado Plato. Contemporaneamente la riduzione di aliquota per i microbirrifici con produzione inferiore ai 10.000 ettolitri passerà dal 40% al 50% (il massimo consentito dalle direttive comunitarie). Queste misure saranno in vigore fino al 31 dicembre 2022”.  

“Nonostante il grande sforzo compiuto in collaborazione con le altre associazioni di categoria, problemi legati alla copertura di spesa hanno impedito che, all’interno della legge di Bilancio appena discussa in Parlamento, queste misure venissero approvate per un periodo più lungo. Sarà priorità di questo consiglio direttivo battersi all’interno delle varie sedi istituzionali per far sì che questa misura possa essere prolungata oltre la data del 31 dicembre 2022”, conclude l’associazione di categoria.  

 

 

(Adnkronos)