(Adnkronos) – “In un contesto come quello italiano, in cui la popolazione anziana, con i relativi bisogni di cura e custodia che crescono di anno in anno, colpisce che i lavoratori domestici, dopo l’impennata nell’anno del covid, continuino a calare”. E’ quanto dichiara Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari, a margine della presentazione del report 2023 dell’osservatorio Inps sul lavoro domestico relativo al 2022, presentato stamattina a Palazzo Wedekind, nell’ambito del convegno ‘Tutto regolare? Colf, badanti e babysitter in Italia’, organizzato da Inps e Nuova Collaborazione, Associazione nazionale datori di lavoro domestico.
L’aspettativa, dopo la crescita del 2020 era di superare la barriera del milione ma colf, badanti e baby sitter iscritti all’Inps sono stati appena 894.299, con una flessione rispetto al 2021 del 7,9% (-76.548 lavoratori). “La sensazione è che i bisogni delle famiglie siano in aumento a causa della denatalità e dell’invecchiamento e che siano perciò necessari strumenti per favorire l’emersione del lavoro domestico attivando processi virtuosi che lo rendano maggiormente fruibile per le famiglie, puntando anche a stabilizzare e rendere obbligatori dei percorsi di formazione per favorire la prevenzione della sicurezza del lavoro e l’appropriatezza del lavoro con le persone fragili”, prosegue Bordignon. “In particolare l’accessibilità economica sembra complessa per molte famiglie che si trovano a reperire un ‘bene primario’, la cura del fragile, come se fosse un ‘bene di lusso'”, spiega ancora.
“L’aumento del costo del carrello della spesa, dei mutui, dei costi energetici ha eroso ulteriormente le risorse delle famiglie. In questo senso è necessario intervenire a partire dall’aumento della deducibilità che oggi è nel limite di 1.500 € e semplificare gli adempimenti perché le famiglie non sono grandi imprese con un ufficio destinato alla gestione delle risorse umane”, conclude Bordignon.