(Adnkronos) – “Nel darne notizia lo stesso Governo ha specificato che le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci. Ha inoltre aggiunto che ulteriori sviluppi della situazione ed efficacia delle misure verranno analizzati costantemente. Da parte nostra ci auguriamo che si tratti di una decisione temporanea e auspichiamo che la sua applicazione sia gestita con buon senso”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Slovenia e vicepresidente di Confindustria Udine, sulla sospensione di Schengen e il ripristino dei controlli al confine con la Slovenia per motivi di sicurezza dopo lo scoppio della guerra in Medio Oriente.
Per Mareschi Danieli “è chiaro che misure restrittive della libera circolazione sono sempre penalizzanti sul fronte dell’economia. In tempi recenti, a causa della pandemia, abbiamo sperimentato una situazione analoga, che qualche difficoltà l’ha creata”.
E secondo l’industriale “oggi come allora, non sono certo decisioni che si prendono a cuor leggero. Perciò, se il Governo ha ritenuto di procedere in questa direzione ne ha sicuramente valutato la necessità”, aggiunge.
Danieli spiega che “la vicinanza geografica tra Slovenia e Italia ha fatto sì che numerose aziende italiane si siano insediate direttamente in Slovenia anche con stabilimenti produttivi. C’è una cospicua presenza di aziende italiane con attività commerciali sia nel settore industriale, sia in quello dei servizi Dando uno sguardo alle prospettive, dunque, Italia e Slovenia sono due economie aperte e ben integrate, con strutture industriali piuttosto simili, formate per la maggior parte da Pmi, che possono creare economie di scala, offrendo ampi margini di integrazione nelle filiere produttive globali. Metalmeccanica e filiera legno-arredo, insieme ad altri comparti, sono sicuramente due grandi settori di crescita potenziale in chiave italo-slovena”, sottolinea.
Tornando al conflitto tra Israele e Hamas per la presidente di Confindustria Slovenia “al momento non si prevedono conseguenze drammatiche per l’economia e le nostre imprese, fatti salvi alcuni casi particolari e nell’auspicio che la situazione non degeneri ulteriormente, allargando il fronte del conflitto in corso. In questo autunno, un ciclo di rallentamento era già previsto e non è causato da quello che è successo ora. Intensità e durata di questo down dipenderanno dal prezzo dell’energia durante l’inverno e dall’andamento dell’inflazione. È chiaro che lo scenario resta incerto a livello mondiale e deve essere costantemente monitorato”, conclude.
La Slovenia è il nono partner commerciale del Fvg per valore dell’export e il sesto per l’import Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Istat le esportazioni regionali verso la Slovenia nel 2022 sono cresciute del +23,2% rispetto al 2021 (da 598 a 737 milioni di euro) e del +37,8% rispetto al 2019, pre-pandemia, trainate dal comparto dei prodotti della metallurgia (da 210 del 2021 a 278 milioni di euro del 2022, +32,3%). In aumento anche le vendite di prodotti chimici (+23,8%, da 47 a 58 milioni di euro) e prodotti alimentari (+20,9%, da 39 a 47 milioni di euro). Le importazioni dalla Slovenia sono aumentate nel 2022 rispetto al 2021 del +4,1% (da 518 a 540 milioni di euro) e del +43% rispetto al 2019 (da 377 a 540 milioni di euro). Principali voci: prodotti delle attività di raccolta e smaltimento rifiuti ((101 milioni di euro nel 2022), legno (51 milioni di euro), prodotti della metallurgia (50 milioni di euro), prodotti della silvicoltura (46 milioni di euro).