(Adnkronos) – “Il superamento del gap di genere nel mondo del lavoro è parte del quinto ‘goal’ dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile dell’Onu. Un obiettivo che non solo risponde a un diritto umano fondamentale ma riconosce anche che il talento delle donne aiuta la crescita economica del Paese e delle imprese. Ed è un campo su cui i manager possono giocare un ruolo strategico”. A dirlo in videocollegamento Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager e 4.Manager in occasione della presentazione del libro ‘She Leads: la parità di genere nel futuro del lavoro’, scritto insieme con Andrea Catizone, avvocata sui diritti della persona e delle discriminazioni e a cura della giornalista Silvia Pagliuca.
Il volume, promosso da 4.Manager, associazione bilaterale Confindustria-Federmanager, indaga le ragioni del gender gap denunciando le fragilità attuali ed evidenziando le possibili vie di miglioramento, per diffondere una cultura aziendale più equa e inclusiva.
“Secondo il Gender Gap Report 2022 del World Economic Forum – ricorda – l’Italia è ferma al 63° posto su 146 Stati, in termini di disparità di genere per partecipazione economica, livello di istruzione, salute ed empowerment politico. Eppure, se più donne fossero attive nel mondo del lavoro, il Pil italiano potrebbe salire anche del 12% entro il 2050. La sostenibilità va intesa anche nella parità di genere. È fondamentale l’effettiva partecipazione femminile a ruoli di leadership in ambito politico, economico e pubblico”.
“Oggi il mondo delle imprese e manager sono pronti e maturi per un cambiamento. La parità di genere è da sempre stata un impegno formale e sostanziale che ho portato avanti sia con Federmanager che con 4.Manager e, più di recente, con Cida. Già nel 2019 – ricorda – abbiamo voluto introdurre nel ccnl per i manager un apposito articolo sulle pari opportunità, con particolare attenzione all’equità retributiva. Ricordo, su questo punto, che le donne lavoratrici guadagnano il 13% in meno all’ora rispetto agli uomini, un gap che aumenta se consideriamo le posizioni manageriali. Altrettanto importante è stato aver diviso, anche formalmente, la malattia dalla tutela della maternità e paternità”.
“Una misura – spiega – che ha un significato profondo anche di tipo sociale, oltre che contrattuale. Grazie al Gruppo Minerva, stiamo portando avanti progetti che possano dare impulso allo sviluppo della dirigenza femminile, sostenendone l’affermazione sulla base di criteri meritocratici”.
“Questo libro rappresenta per me un altro piccolo passo in avanti su una strada di riflessione e di proposte che desidero condividere con voi. Con i manager, con gli imprenditori e con gli amici che capiscono l’urgenza di andare alla radice dei problemi che riguardano l’uomo-la donna e il loro rapporto con il mondo del lavoro e un’economia che sembra destinata a sbattere contro i suoi limiti sociali oltre che ambientali. Usando un’espressione antica – spiega – occorre ripensare a un nuovo ‘umanesimo industriale’. Tenendo assieme i lavori, l’innovazione, il pensiero tecno-scientifico, il potenziale delle nuove macchine intelligenti e la scelta di quale modello d’inclusione sociale intendiamo realizzare”.
“Nuove donne conquistano palcoscenici importanti. L’Italia ha la sua prima premier donna, Giorgia Meloni. Il fatto che una delle cariche più importanti del nostro Paese sia ora occupata da una donna, è espressione di tutto ciò che dovremmo intendere per ’empowerment’, ovvero potenziamento dei talenti e delle opportunità. Qui con noi oggi – avverte – ci sono quattro professioniste che hanno raggiunto goal ambiziosi di carriere, sfondando il famoso soffitto di cristallo e diventando a tutti gli effetti delle role model per tante aspiranti manager. È la dimostrazione, de facto, che è possibile auspicare a un ruolo apicale. È una lezione potente per le donne che verranno. E per tutte quelle che, già oggi, chiedono una rivoluzione gentile fatta di equità, merito e accessibilità.