Recovery: Csel, siamo già nella ‘fase 2’ occorre oliare la macchina

“Entro la fine del 2021 devono essere conseguiti 51 ‘milestones & targets’ ossia 24 obiettivi e 27 riforme relativi al Pnrr. Al 23 settembre, secondo il monitoraggio di Palazzo Chigi, ne sono stati raggiunti 13: in particolare 5 sono gli obiettivi definiti (il 21% del totale) e 8 le riforme definite (il 30% del totale”. Così Matteo Coppi, Digital specialist Progetto Next Generation Eu – Centro Studi Enti Locali (Csel), ha sintetizzato la strada da percorrere in velocità per conseguire gli obiettivi più prossimi del Pnrr, il programma europeo di portata storica per gli aiuti che assegna all’Italia (191,5 miliardi su 750 totali, a fronte dei 69,5 assegnati alla Spagna e dei 39,4 alla Francia) la parte del leone. L’occasione per fare il punto sul Pnrr è stato il tavolo tecnico del Progetto “Next Generation EU – EuroPA Comune”, organizzato da Centro Studi Enti Locali in collaborazione con il Dipartimento Economia e Management dell’Università degli Studi di Pisa, sul tema ‘I primi progetti avviati del Pnrr’. 

Nicola Tonveronachi, ‘siamo già nella fase 2’ 

“Siamo già nella fase 2 del Pnrr -ha detto Nicola Tonveronachi, amministratore delegato del Centro Studi Enti Locali Spa- e non si può più scherzare. Siamo alla fase attuativa: dal punto di vista regolatorio ci sono poche novità, anche se manca qualcosa dalla Ragioneria Generale dello Stato e mi riferisco a due decreti attesi, uno sul cosiddetto ‘giro dei soldi’ e uno sulla rendicontazione. Tuttavia sono uscite le istruzioni operative che la Rgs ha inviato ai ministeri interessati su come questi dovranno valutare e selezionare i progetti. Ci sono alle porte altre riforme strutturali come quella del Codice dei contratti, dopo quella della giustizia e della Pa che contiene la riforma del Tuel, quindi con un po’ difficoltà, peraltro ampiamente prevedibili, la macchina regolatoria sta andando avanti. Siamo insomma un cantiere in movimento”. Per quanto riguarda la fase 2 inerente l’attuazione reale del Pnrr cioè i progetti, “i ministeri -ha ricordato Tonveronachi- stanno emanando i decreti con cui si delineano molto chiaramente i requisiti e i criteri di elementi base che per ciascuno elemento daranno luogo dal 1° trimestre 2022 ai primi bandi che usciranno”. “Dobbiamo oliare le macchine e prepararci, anche se per ora non siamo nella condizione di dire che è realmente uscito un bando su un macro-progetto inserito all’interno del Pnrr. Per ora possiamo sapere come i grandi Comuni che hanno inserito nel Pnrr i grandi progetti che non necessitano quindi di avviso specifico ma che sono stati approvati insieme al Piano stesso”, ha concluso l’ad di Csel. 

PinQua, finanziamenti da Pnrr 

Nel corso del tavolo tecnico, infatti, si è molto parlato di progetti che non sono nati con il Pnrr, ma che il piano Ue sta finanziando “in maniera pesantissima’, come ha sottolineato Tonveronachi. E’ il caso del PinQua, il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare al quale il ministro delle Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, con un decreto firmato qualche giorno fa, ha assegnato 2,8 miliardi proprio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.  

Pelizzaro, ‘bene istituzione Fondo Compleentare’ 

Piero Pelizzaro, Chief resilience officer Comune di Milano, una delle poche figure con questo ruolo in Italia, ha sottolineato la necessità di “coniugare il piano di ripartenza e resilienza, con una trasformazione ecologica della città”. In realtà, a Milano “il Pnrr insieme al React-Eu (il programma-ponte tra la vecchia e la nuova programmazione ndr) ci consente di accelerare quello che avevamo già progettato”. “A Milano stiamo lavorato da 14 mesi su questo percorso di strutturazione del piano locale del Pnrr per essere preparati ai bandi o alle altre opportunità che usciranno dal Pnrr”. “Bene anche l’istituzione del Fondo Complementare -ha concluso Pelizzaro-, 30 miliardi in più che hanno permesso l’attuazione di misure importanti come l’ecobonus e il sismabonus”. 

Resta, ‘Mission Pnrr figlie di Horizon 2° pilastro’ 

Vanni Resta, Europrogettista ed esperto valutatore Commissione Ue, ha ricostruito la nascita del Pnrr, con attenzione non solo agli step istituzionali, ma anche all’origine dei contenuti, sottolineando la forte affinità tra le 6 aree tematiche del Pnrr e le 6 mission del 2° pilastro di Horizon Eu, il Programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027. 

Paola Ravenna, ‘Venezia cantiere aperto’ 

Anche Venezia “è un cantiere aperto”, ha sottolineato Paola Ravenna, dirigente del Settore Ricerca Fonti di Finanziamento e Politiche Comunitarie Area Economico Finanziaria del Comune di Venezia. “E per quanto riguarda i Fondi europei, già a partire dagli anni ’90 -ha ricordato-. In questa fase a seguito della pandemia il lavoro è aumentato e ci sono opportunità veramente interessanti”. Ravenna è responsabile dell’Organismo intermedio del Pon Metro “il primo Piano operativo nazionale -spiega-, interamente dedicato alle città, e questo già ha permesso nelle 14 città metropolitane di organizzarsi per essere Organismo intermedio e quindi di aumentare le competenze e lo staff che si dedica alla programmazione e la gestione dei Fondi europei”. 

Livorno, 27 progetti per Recovery Fund città 

“A Livorno -ha spiegato Luigi Pingitore, coordinatore tecnico per l’organo di Direzione politica Progetto “Recovery Fund Livorno”- il piano è costituito da 27 progetti, dei quali 22 riguardano la città e 5 l’Agenda comune (quindi Pon Firenze e Pon Pisa) e poi ci sono 97 piani che riguardano la Provincia e l’attenzione maggiore è sulla transizione verde ed ecologica”. “E’ stato un lavoro importante che sicuramente ha portato l’Amministrazione a ragionare in una dimensione di sensibilità politica e tecnica, sensibilità che ormai l’Amministrazione ha acquisito così come ha portato l’Amministrazione dentro una dimensione di coerenza programmatica con il Pnrr nazionale che potrà essere utile di qui in avanti”, ha concluso Pingitore.  

Sensi, ‘distonia su finanziabilità in PinQua’ 

Per Riccardo Sensi, presidente Spes Pistoia, che si occupa di edilizia popolare pubblica, ha ricordato che “Spes insieme al Comune di Pistoia ha partecipato al PinQua” e ha posto il “tema della concreta finanziabilità dei progetti perchè PinQua è partito con risorse nazionali e poi è stato inserito nel Pnrr”. “Ora un decreto prevede la completa finanziabilità di 159 dei 272 progetti dichiarati ammissibili e impone ai soggetti ‘in stand by’ di procedere con la progettazione come se fossero stati finanziati. Questo crea una distonia: dobbiamo accettare il rischio di non essere finanziati, ma partire comunque con la progettazione. In più i tempi sono stati accorciati”, ha concluso. (di Mariangela Pani) 

 

(Adnkronos)