Aceti (Salutequità), ‘per liste d’attesa risorse stanziate fino al 2022’

(Adnkronos) – “Il recupero e il governo delle liste di attesa rappresentano una priorità per cittadini e Servizio sanitario nazionale, sulla quale tutte le Regioni devono continuare a lavorare con molta attenzione. Infatti, sono diverse le Regioni che ad oggi non hanno ancora raggiunto gli obiettivi programmati di recupero. Inoltre, le risorse stanziate a questo fine si riferiscono al 2022, mentre per il prossimo anno non vi è alcun stanziamento specifico. Per questo nella prossima legge di Bilancio chiediamo che siano rifinanziate le misure per il recupero delle liste di attesa da parte delle Regioni. Le risorse dovranno essere finalizzate all’obiettivo specifico e, differentemente da quanto previsto oggi, erogate solo contestualmente alla certificazione del raggiungimento degli obiettivi di recupero concordati tra Stato e Regioni”. Così Tonino Aceti, presidente di Salutequità, intervenendo oggi a Roma alla presentazione dell’analisi ‘Cure mancate e Pdta per la cronicità’ realizzata da Salutequità, e delle proposte dell”Osservatorio permanente assistenza pazienti Non-Covid. Focus su cronicità’.  

L’occasione è un incontro a porte chiuse con i rappresentanti delle Regioni e i principali stakeholder del Ssn, organizzato grazie al contributo non condizionato di Ucb, Bristol Myers Squibb, Gruppo Menarini, Sanofi e Beigene.  

Nonostante il progressivo miglioramento della gestione di Covid-19 da parte del Ssn e lo stazionamento dal 2020 a oggi di circa 1 miliardo di euro per il recupero delle liste di attesa – emerge dall’analisi di Salutequità – l’attuale capacità del Ssn di garantire ai cittadini l’accesso alle prestazioni sanitarie è ancora inferiore al periodo pre-pandemico (2019) e con inaccettabili differenze regionali. Nel primo semestre 2022 sono saltate in media a livello nazionale circa una prima visita specialistica su 5 rispetto allo stesso periodo del 2019, con punte di oltre una prima visita su due nella Pa di Bolzano (-55,2%); circa una su 3 in Valle d’Aosta, Sardegna, Calabria e Molise; circa una su 4 in Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Abruzzo e Sicilia. A rimetterci sono anche le cure per i malati cronici, che hanno visto saltare a livello nazionale circa una visita di controllo su 5 e fino a oltre una su 3 rispetto al 2019 in Molise (-36,78%), Sardegna (-36,38%), Pa Bolzano (-36,67%) e Valle d’Aosta (-38,05%).  

La pandemia ha penalizzato anche il rispetto dei Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta), soprattutto per ciò che riguarda l’aderenza alle terapie e alle prestazioni necessarie per un buon controllo della malattia e della qualità di vita. Per quanto riguarda ad esempio il controllo annuale dell’occhio per le persone con diabete, tra il 2017 e il 2020 la riduzione della percentuale di pazienti che l’hanno eseguito è stata di circa il 50%, con punte fino a oltre il 68% in Piemonte.  

Guardando alla percentuale di pazienti che nel 2020 ha eseguito visite pneumologiche post-ricovero per riacutizzazione di Bpco, a fronte di un valore mediano nazionale pari al 46,72%, si pongono al di sopra del 50% Friuli Venezia Giulia (56,97%), Lombardia (55,82%), Puglia (55,52%), Piemonte (54,32%), Umbria (53,98%), Emilia Romagna (51,94%). Le percentuali più basse si riscontrano in Molise (0) e Basilicata (22,46%).  

Anche l’aderenza al trattamento farmacologico per le persone affette da cronicità ha subito variazioni nel periodo pandemico. Il livello di alta aderenza è molto differenziato tra pazienti affetti da diverse patologie croniche: risulta più alta nelle persone con ipertensione, scompenso cardiaco (hanno alta aderenza oltre il 50%) e si riduce progressivamente tra le persone con asma e Bpco (alta aderenza per meno di una persona su 4) e quelle con diabete (alta aderenza per meno di un paziente con diabete su 3).  

Non è tutto. La pandemia ha incrementato il numero di persone con bassa aderenza ai farmaci per scompenso cardiaco e ipertensione negli adulti over 45 – si legge nel report – e nel 2021 le distanze con i livelli del 2019 ancora non sono state recuperate; si è passati dal 17,7 al 18% nel 2021. Il numero dei basso-aderenti è presente specialmente al Sud 19,3% e tra le donne (20,8% rispetto al 14,8% di basso-aderenti uomini). Nel 2021 è stato recuperato lo 0,1% di basso-aderenti rispetto al 2020 (dove la perdita era stata dello 0,4%).  

Guardando all’aderenza alle terapie farmacologiche nelle persone con Bpco e asma, è molto basso il numero di persone con alta aderenza (24,2%), mentre c’è stato un miglioramento tra il 2019 e il 2021 sulle persone basso-aderenti che passano dal 49,9% del 2019 al 43,5% nel 2021. Al Sud solamente si assiste a un peggioramento tra il 2020 e il 2021, passando dal 46,8% al 47,5%. Problematico, secondo i dati di una revisione sistematica, il tasso di aderenza alla terapia entro l’anno di trattamento nelle persone affette da psoriasi compresa tra il 21,6% e il 66,6%.  

“Ora è urgente rilanciare una strategia per la corretta presa in carico delle cronicità – insiste Aceti – Per questo chiediamo che la prossima legge di Bilancio preveda un finanziamento finalizzato all’attuazione e all’aggiornamento del Piano nazionale della cronicità alla luce delle novità intercorse in termini di politiche del personale, modelli organizzativi e investimenti/riforme Pnrr (es. sanità digitale, Dm 77) anche integrando le patologie ricomprese (es. sclerosi multipla, psoriasi, cefalea cronica, Osas, poliposi nasale, asma anche nell’adulto, etc.)”.  

(Adnkronos)