Annibale (Sige): “Cancro al colon in aumento tra i giovani, anticipare screening”

(Adnkronos) – “Negli ultimi anni per il cancro del colon retto c’è stato un aumento significativo dell’incidenza tra i più giovani, tanto è vero che si è ridotta l’età dello screening, passando dai 50 ai 45 anni”, spiega Bruno Annibale, presidente della Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige), in occasione della Giornata mondiale della salute digestiva che, promossa dall’Organizzazione mondiale di gastroenterologia, si celebra il 29 maggio. L’edizione di quest’anno è dedicata in particolare alla prevenzione del tumore del colon retto attraverso la diffusione di buone pratiche relative allo stile di vita e alla nutrizione. 

Il tumore al colon retto, seconda causa di morte per cancro al mondo e il primo, per incidenza, nel tratto digestivo, si presenta sempre più precocemente. “Negli ultimi 20 anni – si legge in una nota Sige – la malattia ha visto un aumento dei casi nella popolazione di età compresa tra i 20 e i 49 anni, in particolare negli Stati Uniti e nel Nord Europa. Dati recenti ci dicono di un incremento del 5% annuo nelle popolazioni scandinave, in Inghilterra, ma anche in altre aree come la Francia”. 

L’intestino ha un ruolo fondamentale, dal momento che costituisce una parte importante del sistema immunitario. La prevenzione delle malattie si ottiene con uno stile di vita adeguato e con un test di screening molto semplice, la ricerca del sangue fecale. Nel momento in cui il test dovesse risultare positivo, si esegue la colonscopia e, tramite la rimozione dei polipi o l’identificazione di un tumore maligno, ma in fase precoce, si riesce a ridurre efficacemente la mortalità. 

Lo screening è un’arma di prevenzione insostituibile per combattere il carcinoma del colon-retto ed è per questo che le organizzazioni sanitarie mondiali raccomandano di anticipare l’esame a 45 anni. Nella maggior parte dei casi il cancro si sviluppa a partire da polipi adenomatosi, visibili mediante la colonscopia, che possono evolvere in senso maligno in circa 10-15 anni. Per lungo tempo infatti rimane asintomatico, ma, grazie ai programmi di screening, è possibile una diagnosi precoce così da poterlo prevenire e curare.  

“In Italia – sottolinea Annibale – abbiamo un problema di sanità pubblica importante perché purtroppo c’è ancora una bassa adesione allo screening, con una grande differenza tra nord e centro sud. Una disparità importante per cui molte regioni del sud sono nettamente indietro”. La pandemia di Covid-19 ha ridotto i programmi di screening e ha creato un arretrato di procedure endoscopiche in tutto il mondo. Secondo una ricerca presentata al Congresso europeo di gastroenterologia Ueg Week 2021, le diagnosi di tumore del colon-retto sono diminuite drasticamente del 40% nell’arco di un anno, portando inevitabilmente ad un aumento significativo del numero di diagnosi in pazienti con malattia avanzata e un peggioramento della prospettiva di cura. 

Tra i motivi dello sviluppo precoce del cancro al colon retto, vi sono gli stili di vita errati quali, obesità, fumo, sedentarietà e dieta inadeguata. La nutrizione è infatti un aspetto strettamente correlato con le malattie dell’apparato digerente e di particolare rilevanza sia per le implicazioni fisiopatologiche e cliniche che per le conseguenze sui pazienti affetti da patologie metaboliche, infiammatorie croniche e neoplastiche. 

Proprio per questo motivo la Sige ha messo al centro dei suoi progetti formativi il Corso nazionale (Verona 27-29 ottobre 2022) dedicato agli specialisti, in particolare i più giovani, sulle tematiche proprie della nutrizione clinica. L’evento formativo, oltre a fornire un inquadramento aggiornato delle problematiche nutrizionali relative alle principali malattie dell’apparato digerente e della loro gestione diagnostico-terapeutica, fornirà gli strumenti di lavoro adeguati ad un approccio clinico integrato. La nutrizione, infatti, riveste sempre più un ruolo di primo piano non solo nella prevenzione, ma anche nel trattamento di molte condizioni e, d’altra parte, lo stato nutrizionale è in grado di influenzare la prognosi e la qualità della vita dei pazienti. 

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