(Adnkronos) – Il virus dell’influenza aviaria H5N1, responsabile dell’epidemia nei bovini da latte in corso negli Usa, “finora non mostra segni di adattamento alla diffusione tra gli esseri umani, ma è necessaria una maggiore sorveglianza”. Lo ha sottolineato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante il periodico briefing con la stampa sui temi sanitari più caldi a livello internazionale.
“Negli ultimi anni il virus H5N1 si è diffuso ampiamente tra uccelli selvatici, pollame, mammiferi terrestri e marini, e ora tra i bovini da latte”, ha ricordato il Dg Oms. “Dal 2021 sono stati segnalati 28 casi umani di influenza aviaria – ha evidenziato – sebbene da allora non sia stata documentata alcuna trasmissione da uomo a uomo”.
“Sulla base delle informazioni disponibili – ha confermato Tedros – l’Oms continua a valutare il rischio per la salute pubblica rappresentato dall’influenza aviaria H5N1 come basso” per la popolazione generale, “e da basso a moderato per le persone esposte ad animali infetti”.
Nell’epidemia di influenza aviaria scoppiata negli Usa tra i bovini da latte, “finora sono stati infettati 36 allevamenti in 9 stati. E’ stato segnalato un solo caso umano”, il lavoratore colpito da congiuntivite emorragica in Texas; “almeno 220 persone sono monitorate e almeno 30 sono state sottoposte a test. Tuttavia, molte più persone sono state esposte ad animali infetti” e sono quindi potenzialmente a rischio, “ed è importante che tutti coloro che sono esposti siano testati o monitorati e ricevano cure, se necessario”, è il monito lanciato dal direttore generale dell’Oms.
Tedros Adhanom Ghebreyesus ha poi ricordato che il virus dell’influenza aviaria H5N1 “è stato rilevato nel latte crudo negli Stati Uniti, ma i test preliminari mostrano che la pastorizzazione uccide il virus. Il consiglio permanente dell’Oms in tutti i Paesi è di consumare latte pastorizzato”, ha ribadito.