Baldo (UniPd), ‘vaccino anti-meningococco B efficace ma non c’è in Piano 12-18 anni’

(Adnkronos) – “La meningite non è una patologia comune, ma questa infezione in 24 ore, anche meno, nell’adolescente, passa rapidamente dai primi sintomi, che sono aspecifici e similinfluenzali, al ricovero con quadri clinici molto diversificati, fino al decesso, purtroppo”. Lo spiega all’AdnKronos Salute Vincenzo Baldo, professore ordinario di Igiene all’Università di Padova, commentando il caso del 17enne di Bassano (Vicenza) ricoverato per meningite B sabato 25 febbraio, per il quale si sono perse le speranze ed è in corso la procedura per la dichiarazione della morte cerebrale.  

“Il vaccino anti-meningococco B è efficace – sottolinea Baldo – Viene già offerto ai nuovi nati e, in alcune regioni, anche negli adolescenti. Il nuovo Piano vaccinale dovrebbe uniformare la situazione a livello nazionale. Attualmente, infatti, nella fascia 12-18 anni è proposto il quadrivalente che copre i ceppi ACWY, ma non quello per il tipo B che è il più diffuso. Già nel 2019 le società scientifiche di igiene e medicina preventiva (Siti), dei pediatri (Fimp) e dei medici di medicina generale (Fimmg) chiedevano di raccomandarlo negli adolescenti, visto che i picchi dell’infezione si hanno nei bambini piccoli e negli adolescenti”. 

Nel caso specifico, per i contatti più stretti del giovane, più di 250 persone, è stata attivata tempestivamente la profilassi antibiotica che agisce, nel caso di contagio, entro il periodo di incubazione, prima che si sviluppi la malattia. “Ricordo che la trasmissione può avvenire mediante contatti molto stretti – evidenzia l’esperto – Anche se il meningococco ha un potenziale epidemico, le misure preventive, adottate in modo tempestivo, riducono notevolmente la possibilità di avere casi secondari”.  

La meningite “fa paura, in modo anche irrazionale, ed è alimentata dalla mancanza di informazione – riflette Baldo – Tale paura ha la sua giustificazione nella rapidità e nella violenza con cui tale patologia colpisce. Il meningococco ha infatti la capacità di adattarsi, cambiare la capsula, il cappotto esterno, mantenendo lo stesso grado di virulenza ( il ceppo ST11 è il più forte) e sfuggire alla risposta immunitaria. A questo si aggiunge la sua capacità di replicarsi velocemente, cosa che non dà il tempo per poter intervenire”. 

Da un punto di vista epidemiologico, “i giovani adulti sono anche definiti centrali nella trasmissione del meningococco – prosegue il docente – Il 24% può essere portatore sano, in base ad alcuni studi, ma non si sa perché in alcuni causi si sviluppi la malattia che, in base alla virulenza del ceppo, ha sequele importanti – il 20% presenta perdita dell’udito, epilessia, danni cerebrali, disturbi dell’apprendimento, amputazione degli arti, cicatrici – oltre al carico psicologico e di assistenza correlati”.  

L’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla sorveglianza evidenzia come nel 2021 siano stati segnalati “26 casi di malattia invasiva da meningococco, dati nettamente inferiori rispetto agli anni precedenti – nel 2020 e 2019 ne sono stati segnalati 74 e 190, rispettivamente – ma questo è sicuramente stato indotto, vista la modalità di trasmissione del microrganismo per via aerea – puntualizza lo specialista – dalle misure preventive adottate nel confronto del Covid. Purtroppo nell’ultimo periodo, e il caso Veneto lo dimostra, stiamo assistendo al ritorno dei casi di questa patologia”. 

Tra i diversi sierogruppi, “il tipo B è quello più frequente, seguito dal C – ricorda Baldo – Nell’ultimo periodo sono in aumento W e Y. Per la quasi totalità dei ceppi c’è un’opportunità di prevenzione che è la vaccinazione – ribadisce l’esperto – Nei confronti del meningococco abbiamo a disposizione i vaccini polisaccaridici coniugati ACYW e i vaccini proteici contro il meningococco B. Il quadrivalente è offerto gratuitamente ai bambini al 13esimo mese di vita, agli adolescenti a 14-15 anni e alle persone con patologie che possono predisporre a un maggior rischio di sviluppare malattie da meningococco. Per quanto attiene il vaccino anti-meningococco B, viene offerto nel primo anno di vita. C’è la possibilità di riceverlo anche nell’età adolescenziale, ma dipende dalla regione”. 

“I vaccini sono altamente efficaci – ripete Baldo – Anche l’esperienza inglese lo conferma: hanno raggiunto rapidamente ampi tassi di copertura e si sono ridotti notevolmente i casi”.  

(Adnkronos)