Bernabei (Italia Longeva): “Herpes zoster nemico subdolo e doloroso”

(Adnkronos) – “Oggi abbiamo una sequela di vaccini, pensate a quello per il Covid-19, che proteggono gli anziani dalla mortalità. Nel caso dell’herpes zoster c’è la necessità di proteggersi non dalla mortalità ma da una pessima qualità della vita. Agli anziani diciamo: se volete avere una qualità di vita accettabile dovete vaccinarvi contro l’Herpes zoster che è un nemico subdolo e intenso”. Così il geriatra Roberto Bernabei, presidente di ‘Italia Longeva’, a margine della presentazione dello spot della campagna di comunicazione sociale #MiVaccinoNonMiAccendo, promossa da ‘Italia Longeva’, presentata oggi al ministero della Salute, durante il convegno “Strategie e strumenti per aumentare la prevenzione vaccinale contro l’Herpes Zoster”.  

“Italia Longeva lancia una campagna di sensibilizzazione per la vaccinazione anti Herpes zoster perché gli ultra65enni hanno un problema di immunità ridotta – spiega Bernabei – e sono più a rischio di ammalarsi se effetti da patologie croniche”. L’herpes zoster, causato dalla riattivazione del virus della varicella (virus Varicella–Zoster), secondo il geriatra, provoca una successione di eventi che sono “imprevedibili e molto dolorosi”. La neuropatia post-erpetica, ovvero complicazione cronica più comune dell’herpes zoster, noto come fuoco di Sant’Antonio, “è tipica dell’ultra65enne che ha preso questa malattia. Per questo – rimarca Bernabei – l’unico modo per contrastarlo è la vaccinazione soprattutto con i nuovi vaccini che sono di una efficacia straordinaria”. 

E sulla longevità, Bernabei non ha dubbi. “Si conquista con un corretto stile di vita, un’attenzione alla prevenzione, con l’assunzione di farmaci quando c’è bisogno e con le vaccinazioni, che – ricorda il presidente di ‘Italia longeva’ – sono gratuite. In particolare, la vaccinazione contro l’herpes zoster che ti permette di evitare le conseguenze della malattia. Così abbiamo pensato che bisogna convincere l’opinione pubblica. Ed è questo il vero problema, il ‘buco nero’: le persone non sono a conoscenza del rischio. Da qui la campagna mediatica in collaborazione con Pubblicità Progresso che sostiene l’iniziativa. Insieme abbiamo cercato di scuotere l’opinione pubblica e fare in modo che si avvicini a questa vaccinazione”.  

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