Caos nuove tariffe al ribasso, 36mila posti lavoro a rischio, 1.000 medici

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La ‘tagliola’ del nuovo tariffario del Ssn per esami e visite, che doveva entrare in vigore il primo gennaio e poi è stato rinviato al primo aprile, potrebbe abbattersi anche sui posti di lavoro di ambulatori, laboratori e centri privati accreditati con “36mila posti di lavoro a rischio a livello nazionale, tra cui quelli di oltre 1.000 medici”. Lo denuncia l’Uap, l’Unione ambulatori e poliambulatori, che chiede “un intervento del Governo per salvare il lavoro degli italiani, in quanto il nuovo Nomenclatore mieterà vittime sulle famiglie italiane”.  

L’Uap non si ferma. “Il 20 marzo verrà convocata l’assemblea nazionale a cui sono chiamate a partecipare tutte le parti interessate del Governo, per riuscire a capire la volontà sottesa all’applicazione del nuovo Nomenclatore tariffario, che prevede un taglio dei rimborsi dell’80%, danneggiando soprattutto il Sud Italia – rimarca l’Uap – già in piano di rientro, che purtroppo vedrà chiudere non soltanto le strutture sanitarie private accreditate, ma anche gli stessi ospedali pubblici, già in crisi, peggiorando la situazione dell’abbattimento delle liste di attesa, che diverrà irrecuperabile, e togliendo così l’assistenza e il sostegno a centinaia di famiglie”.  

“Rimaniamo a disposizione per un confronto al tavolo del ministero della Salute, proponendo di accettare immediatamente i Nomenclatori tariffari predisposti dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna, Regioni virtuose, per evitare il fallimento dei propri ospedali pubblici e la chiusura delle imprese italiane”, avverte l’Uap che evoca anche l’abuso di posizione dominante nella querelle sul Nomenclatore, visto che si può configurare quando si impongono dei prezzi o condizioni contrattuali inique.  

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