Caro energia, La via “green” del Policlinico di Milano

(Adnkronos) – Una centrale per l’autoproduzione di energia, acqua piovana per gli scarichi dei bagni, lampadine solo a led, solare termico, geotermia. E’ corsa al risparmio energetico negli ospedali. La crisi del caro bollette spinge in questa direzione. Ma come può concretizzarsi la transizione ‘green’ in corsia lo racconta all’Adnkronos Salute il Policlinico di Milano. “Anche qui stiamo vedendo l’impatto economico della crisi energetica sulla bolletta. Se guardiamo i dati fatturati del primo trimestre 2022 e li confrontiamo con quelli del 2021, abbiamo praticamente un raddoppio del costo. Questi sono i dati certi. Ma già temiamo che entro la fine dell’anno l’incremento sarà ulteriore, e che quindi avremo una bolletta complessiva annuale che sarà più del doppio rispetto a quella dello scorso anno”. Santo De Stefano, direttore del Dipartimento delle tecnologie dell’Irccs di via Sforza, guarda i dati 2022 e non esita a parlare di “rincari mostruosi e proiezioni terribili da qui alla fine dell’anno”.  

L’ospedale nel cuore della metropoli lombarda si sta muovendo in più direzioni per mitigare questo impatto. E la sua esperienza è un caso, perché “con una centrale di trigenerazione siamo arrivati oggi ad autoprodurre circa il 70% del nostro fabbisogno energetico”, salendo rispetto al 55% che si otteneva prima di attivare negli ultimi mesi un terzo cogeneratore. “Non significa che non soffriamo l’incremento dei costi dell’energia, ma che soffriamo forse un po’ meno degli altri – precisa – L’autoproduzione infatti comporta un costo con il 10% di sconto rispetto al prezzo di mercato. Può sembrare poco, ma guardando anche solo ai dati certi del primo trimestre, si può stimare un risparmio annuale di 1,2-1,5 milioni di euro”. Una cifra che in valori assoluti potrebbe essere più alta se si dovessero confermare le proiezioni pessimistiche sull’andamento dei rincari, perché questo 10% si calcolerebbe su un costo alla voce energia più elevato. “Più incrementiamo l’autoproduzione poi, maggiore è l’abbattimento”, spiega l’esperto. 

Il percorso va avanti, continua De Stefano, “perché con il nuovo ospedale che stiamo realizzando ci sarà un quarto cogeneratore. Considerando che salirà il fabbisogno energetico, riusciremo a mantenere il valore del 70% dell’autoproduzione”, evidenzia. L’autoproduzione è importante anche perché “noi andiamo a eliminare un carico al fornitore esterno. Adesso in centro a Milano” dove sorge lo storico ospedale, “ci sono molti meno blackout rispetto a una volta, praticamente azzerati. In altre parole graviamo meno sulla rete cittadina con i nostri consumi enormi”. Anche l’impatto ambientale si riduce, aggiunge l’ingegnere.  

“Oltre 10 anni fa abbiamo avuto quest’idea”, racconta De Stefano. “Ci siamo detti: proviamo ad essere più autonomi” sul fronte energetico. “Abbiamo fatto una gara che prevedeva il raggiungimento da parte dei partecipanti di alcuni obiettivi in termini di risparmio energetico e di miglioramento da un punto di vista ambientale. Il vincitore ha proposto la realizzazione di una centrale di trigenerazione. L’appalto di 11 anni prevedeva che il vincitore avrebbe impiegato 2 anni per realizzarla e per 9 avrebbe gestito la centrale. Se per costruirla avesse impiegato più anni, proporzionalmente sarebbero diminuiti gli anni di gestione. In 2 anni e mezzo la centrale era pronta, è stata una delle prime e da quello che ci dicono anche oggi, funziona bene”. 

L’ospedale resta “un divoratore di energia” per sua natura. Quindi “il problema che si pone è trovare tutte le forme per poter arrivare a dei risparmi, bisogna veramente che si lavori in quella direzione. Per dare un’idea del fabbisogno energetico, basti pensare per esempio alla necessità di garantire ricambi d’aria all’interno dei vari ambienti. Quest’aria in inverno va riscaldata e in estate raffrescata. Ci sono poi le nuove risonanze magnetiche e Tac che hanno potenze che determinano assorbimenti di energia elettrica sempre più alti e al contempo sviluppano un calore tale che è necessario raffrescare macchine e ambienti.  

Con il nuovo ospedale, dice De Stefano, “noi avremo sul tetto anche un solare termico che ci consentirà di produrre pure l’acqua calda per l’intera struttura, e questo è già un buon risparmio, nel senso che non dovremo spendere energia dalla centrale per riscaldare l’acqua. Avremo anche altre misure che vanno nella direzione del risparmio energetico e del rispetto dell’ambiente. Per esempio utilizzeremo l’acqua piovana per tutti gli scarichi dei bagni, e la geotermia (abbiamo già realizzato 9 pozzi per alcune pompe di calore). Anche qui c’è un discreto risparmio energetico. Certo, questo non permetterà che le bollette calino, a parità di costo dell’energia, perché avremo delle attrezzature con delle tecnologie e delle potenze sempre più spinte, e dei consumi maggiori. Ma senza sarebbe peggio”. 

Si può alzare l’attenzione da un punto di vista tecnologico, in definitiva. “E poi c’è un altro aspetto che è fondamentale: il comportamento delle persone. Il tenere negli uffici delle temperature troppo basse in estate e troppo alte in inverno – cita come esempio De Stefano – o ancora usare il condizionatore con la finestra aperta, o tenere le luci accese quando non serve ha un suo peso. Sembra banale, ma sono piccole cose. Un altra politica che stiamo adottando, in quest’ottica di fare massa critica con tanti interventi anche piccoli, è quella di sostituire tutte le lampade che abbiamo con lampade a led”.  

La sintesi del messaggio, conclude, è che “non possiamo che andare nella direzione di provare a risparmiare attraverso la cogenerazione e quindi l’autoproduzione di energia elettrica, ma anche attraverso i comportamenti di ciascuno. Se esiste la possibilità di ottenere dei risparmi, va perseguita con lo sviluppo tecnologico. Sarebbe anacronistico non provarci. Dobbiamo farlo un po’ tutti, a partire dagli ospedali, dalla pubblica amministrazione. Noi ci abbiamo provato, e stiamo continuando a farlo, con l’appoggio di tutte le direzioni che ci sono state nel tempo, a testimonianza che questa è una scelta strategica e condivisa”. 

(Adnkronos)