(Adnkronos) – Sono più di 73mila gli inalatori respiratori raccolti e smaltiti in Friuli Venezia Giulia nell’ambito del progetto ‘Recupera e respira’, ideato e promosso da Chiesi Italia e Federfarma, con il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia. Nata come risposta all’impegno della farmaceutica di raggiungere zero emissioni nette di gas a effetto serra (Ghg) entro il 2035, l’iniziativa si propone di modificare le abitudini nello smaltimento degli inalatori, incoraggiando i pazienti a non gettare i dispositivi medici nella raccolta indifferenziata, ma a restituirli in farmacia per il loro corretto smaltimento. Partito 2 anni fa il progetto, di cui sono stati presentai oggi i risultati a Trieste, è patrocinato da Fimmg, Federazione italiana medici di famiglia; Snami, Sindacato nazionale autonomo medici Italiani, e Fofi, Federazione Ordini farmacisti italiani, e si avvale della collaborazione di Assinde, società di coordinamento e raccolta dei resi farmaceutici.
Chiesi – si legge in una nota – è un gruppo biofarmaceutico internazionale che considera la sostenibilità un aspetto fondamentale, tanto da integrarla nel suo piano strategico. Ha infatti cambiato il suo statuto in Società Benefit in Italia, negli Stati Uniti e in Francia e ha ottenuto la certificazione B Corp nel 2019. I propellenti (Hfa) degli inalatori spray utilizzati per il trattamento delle malattie respiratorie più diffuse sono classificati come gas serra. Sebbene rappresentino meno dello 0,1% delle emissioni a livello globale, ‘Recupera e respira’ si propone di eliminare anche queste minime tracce grazie al processo di termovalorizzazione. Dall’avvio del progetto, le farmacie territoriali presso le quali sono stati collocati i box per la raccolta dei dispositivi sono state 360 e il tasso di recupero degli inalatori, sul totale di quelli con doppia associazione Ics/Laba, è del 25,2%. La raccolta interessa inalatori spray e polvere per il trattamento di asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), non solo di Chiesi, ma di tutte le aziende farmaceutiche del mercato di riferimento.
La raccolta è passata dai 30.255 inalatori del primo anno a 43.469 unità al 30 giugno 2024. Nel dettaglio: dal primo settembre 2022 al 30 giugno 2023 sono stati raccolti 30.255 inalatori con un tasso di recupero del 22,6%, mentre dal primo luglio 2023 al 30 giugno 2024 sono stati raccolti 43.469 inalatori con un tasso di recupero del 27,3%: 4 punti percentuali in più rispetto alla prima raccolta. Il secondo anno ha visto un incremento dell’attenzione da parte della cittadinanza, che si è tradotto in un aumento degli inalatori recuperati e smaltiti in impianti certificati a temperature superiori ai 1.100°C, rendendone inerti tutti i componenti. La raccolta e la termovalorizzazione certificata permettono di limitare l’effetto della dispersione in atmosfera dei residui di gas propellenti Hfa contenuti negli spray, generando inoltre energia elettrica per la rete regionale.
“Chiesi si impegna a migliorare la qualità della vita delle persone e quella dell’aria – afferma Raffaello Innocenti, Ceo & Managing Director Chiesi Italia – Siamo infatti consapevoli che una salute migliore per tutti può essere raggiunta anche attraverso un modo di pensare e di fare impresa responsabile, che integra nelle proprie scelte non solo la variabile economica, ma anche sociale e ambientale. Siamo orgogliosi di aver contribuito alla creazione di un modello virtuoso che ha coinvolto l’intera filiera della salute e i risultati raggiunti finora ci spingono a continuare anche nel 2025”.
Osserva il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: “Il successo di questo progetto pilota partito 2 anni fa, con il Friuli Venezia Giulia prima Regione ad aderirvi, è per noi motivo di orgoglio. I risultati raggiunti con la raccolta e il recupero di quasi 74mila inalatori per patologie respiratorie esauriti producono un doppio impatto positivo: la sensibilizzazione verso un corretto smaltimento dei rifiuti e un vantaggio sull’ambiente limitando la dispersione dei residui di gas in atmosfera e generando invece energia elettrica attraverso la termovalorizzazione. Ringrazio Chiesi Italia e Federfarma, oltre alle 360 farmacie distribuite sull’intera regione che partecipano alla raccolta, per come è stata organizzata l’attività che ha creato sul territorio un modello virtuoso con la filiera della salute”.
La farmacia “rappresenta sempre più il presidio sanitario di prossimità per eccellenza, punto di riferimento per i cittadini sui temi di salute – sottolinea Marco Cossolo, presidente di Federfarma nazionale – I farmacisti, in qualità di professionisti del farmaco, ricoprono un ruolo centrale nell’azione di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità ambientale relativi all’uso consapevole dei farmaci e sul loro corretto smaltimento. Gli ottimi risultati raggiunti dal progetto pilota ‘Recupera e respira’, e quelli ancora più promettenti che si prospettano con il prosieguo dell’iniziativa, testimoniano che un farmacista formato e preparato, insieme a un cittadino sensibile e responsabile, formano una squadra in grado di costruire insieme una nuova cultura della sostenibilità”. Aggiunge Luca Degrassi, presidente di Federfarma regionale: “Ringrazio tutti i colleghi farmacisti del Friuli Venezia Giulia, che hanno partecipato attivamente e con entusiasmo a questa iniziativa. L’esperienza e il successo di questo progetto ci insegna che le farmacie del territorio, grazie al rapporto di fiducia con i cittadini, sono utili alla comunità anche per veicolare messaggi di sensibilizzazione ai temi ambientali”.
L’esposizione ambientale “è responsabile di quasi un quarto di tutte le malattie e si associa a una mortalità più elevata per patologie cardiovascolari, respiratorie e oncologiche – rimarca Andrea Mandelli, presidente Fofi – Ne deriva che l’attenzione per l’ambiente e la tutela della salute secondo l’approccio One Health rappresentano una rivoluzione culturale non più rinviabile e una responsabilità collettiva che coinvolge istituzioni, operatori sanitari, aziende private e cittadini. Il valore aggiunto di ‘Recupera e respira’ risiede proprio nell’aver innescato un circolo virtuoso tra tutti gli attori della filiera della salute. Gli ottimi risultati del progetto confermano l’importante contributo dei farmacisti di prossimità nel sensibilizzare i pazienti-cittadini sul nesso diretto che lega salute ed ecosostenibilità, trasferendo il valore dell’uso consapevole dei farmaci e del loro corretto smaltimento. Un obiettivo possibile grazie al rapporto di fiducia che si rafforza ogni giorno tra i farmacisti e le comunità, e che trova nel professionista un ambassador della sostenibilità ambientale, alla quale contribuisce anche con la sua pratica quotidiana”.
Del resto, “Assinde garantisce la corretta gestione e tracciatura della raccolta dei devices respiratori, un percorso di responsabilità dalla loro presa in carico fino allo smaltimento finale – spiega Maria Grazia Chimenti, direttore generale Assinde – Abbiamo aderito con entusiasmo al progetto ‘Recupera e respira’, mettendo a disposizione le competenze del nostro team a favore di un’iniziativa che guarda alla salute dell’uomo e dell’ambiente. Una visione all’avanguardia, in linea con il nostro modo di operare, sempre attento all’evoluzione della normativa e delle esigenze del settore. E’ il caso, ad esempio, dell’introduzione, dal prossimo febbraio, del Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, lo strumento su cui il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica fonderà il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, basato sulla digitalizzazione dei documenti per la loro movimentazione e trasporto”.