“Lo scopo dei servizi di e-health è quello di curare, aumentando l’appropriatezza e la sicurezza, ma anche l’accessibilità e la rapidità, delle procedure di diagnosi e cura, senza dimenticare il miglioramento della continuità e aderenza al trattamento, indipendentemente dal luogo in cui i pazienti si trovano. Occorre essere consapevoli che si tratta di cambiamenti, anche radicali, nelle procedure mediche e nei processi organizzativi che, se non gestiti correttamente, possono generare insufficienze dei servizi, invece che progressi. In altri termini le soluzioni che potranno essere sviluppate devono essere praticabili sul piano organizzativo ed economico, oltre che efficaci su quello clinico. È la soluzione del problema del paziente che conferisce senso a tutto questo”. Così Federico Chinni, Amministratore delegato di Ucb Italia, azienda biofarmaceutica globale focalizzata sulla ricerca e lo sviluppo di farmaci e soluzioni innovativi, nel corso del webinar: “Salute Digitale. L’innovazione nella cura delle malattie croniche autoimmuni reumatologiche e dermatologiche”.
Durante l’incontro online è emerso che l’innovazione tecnologica è stata ed è un potente mezzo per la modernizzazione del sistema sanitario, capace di intercettare in tempo reale le necessità ed elaborare un numero importante di dati e informazioni attraverso strumenti digitali di semplice utilizzo. Tutto questo può aprire le porte a un futuro della salute più equo e accessibile, dove le persone, in particolare i malati cronici, si muoveranno meno mentre, al contrario, saranno i dati a “viaggiare” verso le persone, rendendo sempre più efficiente il rapporto tra medici, pazienti, Istituzioni e territorio.
A questo proposito, è stato sottolineato quanto sia importante che l’Italia definisca un modello di sviluppo dell’assistenza sanitaria, che tenga conto delle peculiarità del nostro Paese, delle autonomie regionali, delle esigenze locali. Si affacciano, infatti, nuove necessità organizzative dei servizi assistenziali, dove le Aziende ospedaliere sono sempre più organizzate a “rete” e i servizi territoriali tendono ad avvicinarsi al domicilio del paziente.
“Il ruolo dell’industria – ha aggiunto Chinni – oggi è quello di favorire l’incontro tra associazioni, specialisti, istituzioni e condividere le competenze tecniche e scientifiche al fine di trovare delle soluzioni che possano avere un valore per le persone e per il sistema. Oggi c’è un grande bisogno di trovare soluzioni innovative che possano sfruttare al massimo la trasformazione digitale che è in atto. Credo che lo sviluppo di soluzioni di medicina digitale oggi rappresenti una priorità assoluta per il sistema. Soprattutto pensando in ottica di Pnrr, anche perché credo che su questa partita si giochi molto del futuro della sostenibilità del nostro sistema salute”.
Per l’ad di Ubc è molto importante “mettere insieme tutti gli attori del sistema (società scientifiche, Istituzioni, associazioni di pazienti, mondo produttivo) per dialogare – ha concluso Chinni – e questo può essere il contributo che possiamo dare, insieme alle competenze. Si è parlato di alfabetizzazione di cittadini e medici, di interoperabilità e di uniformità. Stiamo studiando moltissimo la telemedicina ma ci sono cose che possiamo fare già da domani mattina, come la televisita e il teleconsulto, avere degli standard di telemedicina, coinvolgendo le regioni da un punto di vista di responsabilità in termini di obiettivi. Da questo evento ho sentito un richiamo ad una call to action e il nostro ruolo è quello di favorire, dopo la discussione, anche una call to action concreta per partire e provare a integrare la telemedicina, e più in generale il digitale, all’interno della filiera della salute”.