Ciocchetti (Fdi), ‘c’è richiesta informazioni sulla pericolosità sigaretta classica’

(Adnkronos) – “La ricerca oggi presentata dall’Istituto Piepoli e da Adi Consum è veramente importante, entrando nel cuore dei consumatori di tabacco riscaldato e testandone l’esperienza. Ci sono alcuni benefici molto evidenti, con una richiesta di ricerca scientifica più forte, anche da parte dello Stato, su quale possa essere il grado di pericolosità della sigaretta classica”. Queste le parole di Luciano Ciocchetti, (Fdi) Vicepresidente della Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dei Deputati, al termine della conferenza su “Le abitudini e le opinioni dei consumatori adulti di prodotti di tabacco riscaldato”, presentata da Istituto Piepoli e Adi Consum presso la Sala Civita di Palazzo Generali, a Roma.  

“Nella XII Commissione della Camera dei Deputati, circa l’audizione europea sulla lotta contro il cancro, abbiamo naturalmente parlato del fumo – ha affermato Ciocchetti – Uno dei focus più critici è quello della mancanza della prevenzione primaria. Non avendo ancora una ricerca scientifica definita, sono emersi aspetti molto controversi, che possiamo semplificare nel messaggio della riduzione del danno, che è cosa certa col passaggio al tabacco riscaldato”. 

“L’informazione – ha aggiunto Ciocchetti – “dovrebbe riuscire ad arrivare soprattutto a chi non riesce a smettere di fumare, convogliando il passaggio a un sistema che crei meno danni. Lavoriamo tutti insieme a questo input, affiancandoci all’indirizzo di lavoro già espresso dal governo nazionale. Pensiamo che si debba arrivare – e lo scriveremo nel documento che approveremo in commissione – ad una regolamentazione diversa che distingua tra la sigaretta classica e il tabacco riscaldato”. “Abbiamo visto e vissuto sulla nostra pelle la rivoluzione rispetto a quando si fumava nei cinema e nei ristoranti. In qualche modo, anche per rispetto di chi non fuma – ha concluso Ciocchetti – questo esecutivo non ha in programma di aprire al fumo della sigaretta elettronica al chiuso. Il Ministero della Salute e tutti gli altri dicasteri interessati, in ogni caso, dovranno andare verso una distinzione nella regolamentazione”.  

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