Corradini (Sie), ‘Car-T guariscono ma accesso spesso possibile grazie ad Ail’

(Adnkronos) – “Il bilancio di questi anni è estremamente positivo. Le Car-T sono più di una terapia, perché i pazienti, da inguaribili, quando funzionano, guariscono. Ma va ricordato però che, trattandosi di trattamenti molto specialistici, che richiedono giustamente centri adeguati, l’accesso, per molti pazienti è stato possibile solo grazie alle case alloggio Ail. Ci sono pazienti che per un trattamento salvavita, se non avessero avuto una casa Ail, non avrebbero potuto ricevere la terapia e restare anche 3 mesi in un’altra città gratuitamente. Questo non lo fa il Servizio sanitario, ma Ail fa qualcosa che non è solo per la ricerca, ma che è proprio di sostegno ai pazienti”. Lo ha detto Paolo Corradini, presidente Società italiana ematologia (Sie) e direttore della Divisione di Ematologia, Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano – Cattedra di Ematologia, Università deqli Studi di Milano, nel suo intervento, oggi a Roma, alla presentazione della 18esima edizione della Giornata nazionale dell’Associazione italiana per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma (Ail), che si celebra domani, 21 giugno. 

“Le Car-T – ricorda Corradini – sono rivolte a quei pazienti che hanno esaurito tutte le opzioni terapeutiche convenzionali, incluso il trapianto. Usa linfociti del paziente modificati geneticamente per attaccare le cellule tumorali. I pazienti, quando la terapia funziona, guariscono. A 5-6 anni sono vivi e in remissione. Oltre ad essere la prima cura anticancro dell’umanità, quindi una svolta epocale – riflette – le Car-T non sottopongono il paziente a problemi sulla qualità della vita, non ci sono terapie da somministrare ogni 3-4 settimane. E’ una singola infusione e, quando funziona, non assumono più farmaci”. 

Oggi, oltre ai risultati dell’esperienza internazionale, “disponiamo anche dei dati originali relativi a circa 600 pazienti che sono stati trattati in Italia e presentati a meeting recenti – sottolinea Corradini – Dei pazienti con linfoma non-Hodgkin il 40% ha una remissione di lunga durata e nei pazienti con leucemia linfoblastica acuta nel bambino e nel giovane adulto il 50% ha ottenuto un beneficio duraturo. Il nostro è stato il primo centro italiano autorizzato alla somministrazione delle Car-T – osserva – e abbiamo ora un follow-up di oltre tre anni, i pazienti non assumono alcun farmaco e stanno bene”. 

Per quanto riguarda il mieloma multiplo, “purtroppo, l’Italia- osserva il presidente Sie – ha un ritardo sull’autorizzazione dei due prodotti cellulari che sono già disponibili, ad esempio, in Germania e che potrebbero essere di estrema importanza in quei pazienti in cui sono fallite tutte le opzioni terapeutiche. Infatti- aggiunge – uno di questi ha una risposta cellulare completa in oltre il 70% dei casi e quindi sarebbero uno strumento fondamentale nell’armamentario terapeutico. Nel nostro Paese ci sono esperienze molto positive, ma al momento solo negli studi clinici. L’aspetto peggiore è che non si è neanche in grado di prevedere i tempi di approvazione e nel frattempo – ragiona Corradini – la situazione per i pazienti e le loro famiglie si aggrava. Nel nostro centro, da pochissimo tempo, abbiamo incominciato ad avviare le pratiche per sottoporre dei pazienti al trattamento Car-T per il mieloma in Germania. Per i farmaci salvavita sarebbe opportuno prevedere degli iter approvativi diversi e differenziati perché una persona malata non può attendere”. 

Le prossime indicazioni attese per le CAr-T sono “nel linfoma follicolare e nei linfomi aggressivi in prima ricaduta- spiega il presidente Sie – che potrebbero essere disponibili in un tempo teoricamente abbastanza breve perché già approvate” dalle agenzie del farmaco “americana (Fda) ed europea (Ema). Le Car–T sono una categoria di terapie avanzate piuttosto recenti, sono arrivate nel 2019-2020, ma ora sappiamo che rimarranno e che stanno cercando di espandersi anche ad altri settori e continueranno a essere studiate in medicina”. Tra Sie e Ail “il sodalizio è ottimo e ne siamo fieri – conclude Corradini – in molti casi a noi ematologi ha permesso di dare un appoggio concreto alle persone. Sie intende essere il garante dell’informazione scientifica di Ail per i pazienti. La nostra è un’alleanza a 360 gradi”. 

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