(Adnkronos) – La vita di Costantino Vitagliano è cambiata dopo la scoperta di una malattia: come ha raccontato il primo tronista di ‘Uomini e donne’, e oggi imprenditore, a ‘Verissimo’, su Canale 5. Nell’affrontare una patologia “autoimmune” rara, Vitagliano non è entrato però nel merito perché non c’è ancora una certezza sulla diagnosi. “Le malattie infiammatorie immunomediate (in acronimo Imid) sono un insieme di molti quadri patologici, che singolarmente possono colpire tessuti e organi diversi, talvolta manifestando una particolare specificità nel bersaglio coinvolto, altre volte invece rivelando una molteplicità di bersagli apparentemente non correlati tra loro – spiega all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di Medicina personalizzate – Considerando questa grande eterogeneità che, pur avendo in una disfunzione primaria del sistema immunitario la propria origine di fondo, può interessare ambiti corporei i più diversi, e rifacendoci alle scarse notizie cliniche fin qui trapelate in relazione al caso di Costantino Vitagliano che sembra essersi originariamente manifestatosi con la rottura di un tendine senza traumi significativi, le ipotesi più plausibili potrebbero focalizzarsi su una malattia autoimmune del tessuto connettivo”.
“E’, quest’ultimo, il substrato fondamentale che conferisce forza e resistenza alle articolazioni, ai tendini, ai legamenti e ai vasi sanguigni. Proprio il coinvolgimento dei vasi sanguigni può, in diverse circostanze, generare quadri patologici ancora più complessi nei quali l’infiammazione, che originariamente può essere limitata a piccoli segmenti del distretto circolatorio, estendendosi più o meno diffusamente nell’organismo, può comportare una serie di complicanze – precisa l’immunologo – Si parla in questi casi di ‘vasculite’, condizione patologica che può riguardare i vasi sanguigni di piccole dimensioni come nel caso della granulomatosi di Wegener o della sindrome di Churg Strauss; i vasi sanguigni di medie dimensioni, che interessano le arterie (poliarterite nodosa, morbo di Kawasaki); o di grandi dimensioni, quadri nei quali l’infiammazione interessa, per esempio, l’aorta e le sue diramazioni principali (morbo di Takayasu)”.
Secondo l’immunologo, “i disturbi che possono caratterizzare il quadro clinico di una vasculite cambiano molto a seconda del distretto nel quale si è prevalentemente localizzata l’infiammazione vascolare, e la loro intensità cambia proprio a seconda dell’entità del quadro infiammatorio. I sintomi più frequenti sono generalmente rappresentati da febbre, stanchezza, affaticamento, dolori articolari e muscolari, neuropatie infiammatorie, cefalea, acufeni, difetti della vista, perdita di peso. Nella fase iniziale si tratta di sintomi molto generici, di fatto presenti in diverse malattie e che, tra l’altro, non tutti i pazienti manifestano. Ne consegue che, al momento della scoperta quando cioè compaiono i sintomi più importanti, l’infiammazione immuno-indotta abbia già provveduto subdolamente a danneggiare l’arteria per anni senza importanti segnali premonitori”.
In conclusione, “certamente si provvederà ad inquadrare correttamente il caso dell’ex tronista anche perché, al di là di quel che può essere obiettivamente riscontrato, l’associazione combinata di parametri clinici, sierologici, istologici, angiografici può offrire riscontri generalmente dirimenti. Quel che sarà importante indagare – conclude – tuttavia, è la causa generatrice della disregolazione immunitaria al fine di scongiurare, ove possibile, nuove ricadute che, per il persistere dell’infiammazione immuno-mediata, potrebbero riaccendere il quadro patologico nonostante i farmaci”.