(Adnkronos) – Covid oggi Italia, aumentano per la seconda settimana consecutiva i ricoveri di pazienti segnando un +8,6%. Un incremento meno marcato rispetto a quello registrato una settimana fa (+10,7%) e riguarda solo i ricoveri ordinari. È quanto emerge dalla rilevazione negli ospedali sentinella della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) del 29 marzo. A incidere maggiormente sul rialzo delle ospedalizzazioni Covid è il Centro con un +16%, mentre al Nord l’aumento si ferma al 2% e al Sud e nelle isole fa registrare un +8%.
La curva dei ricoveri, che era in discesa dal primo febbraio, ha invertito direzione ormai da 15 giorni, evidenzia Fiaso. A crescere, tuttavia, sono solo le ospedalizzazioni nei reparti ordinari che nella rilevazione del 29 marzo fanno segnare un aumento del 9,4% a differenza delle terapie intensive dove il numero complessivo di pazienti Covid scende del 3,4%. I pazienti ricoverati Con Covid sono ormai la maggioranza sia nei reparti ordinari che nelle rianimazioni.
Fiaso segnala, inoltre, come tra i vaccinati in terapia intensiva il 100% presenta comorbidità: sono le persone più fragili che, pur se coperte da dosi adeguate di vaccino, possono andare incontro a quadri di Covid gravi.
“Per la seconda settimana consecutiva crescono i ricoveri Covid, ma siamo ormai di fronte – commenta Giovanni Migliore, presidente Fiaso – a una nuova fase dell’epidemia che, grazie alla grande campagna vaccinale, investe meno le terapie intensive e provoca una malattia meno grave. La preponderanza dei casi ‘con Covid’, sia in area medica che nelle intensive, testimonia l’efficacia della protezione vaccinale da un lato e dall’altro la minor aggressività del virus attualmente circolante, due elementi rispetto ai quali occorre organizzare adeguatamente l’assistenza – sottolinea – La presenza in rianimazione di pazienti vaccinati e tutti affetti da altre gravi patologie indica la necessità di continuare ad adottare interventi di prevenzione primaria e di non allentare l’attenzione nelle regole di protezione come il distanziamento e l’uso delle mascherine”. Per Migliore, inoltre, “sono necessarie campagne informative dirette alle persone fragili che non si sono mai vaccinate: è possibile che una quota di disinformazione possa aver giocato nel rifiuto della vaccinazione per questi soggetti, il cui rischio è nettamente più alto. Alla luce di questi dati, inoltre va ribadita l’importanza della quarta dose per i soggetti estremamente fragili”.
In aumento anche i ricoveri pediatrici. La curva registra nella settimana 22-29 marzo, un aumento del 23%. Nella rilevazione del 22 marzo era scesa del 6% mentre nel report del 15 marzo era cresciuta del 48%. Il dato continuamente altalenante registrato nel corso delle settimane in pediatria non consente di fare valutazioni appropriate dei trend, evidenzia Fiaso. Da 15 giorni nei reparti Covid degli ospedali pediatrici sono presenti anche piccoli pazienti di origine ucraina.
La classe di età più colpita è sempre quella fra 0 e 4 anni (53%). Il 30%, invece, ha fra i 5 e gli 11 anni. Migliora la protezione vaccinale offerta dai genitori ai piccolissimi: tra i casi di neonati ricoverati il 73% ha entrambi i genitori vaccinati mentre il 27% ha sia la madre sia il padre o uno dei due genitori no vax.