“L’impatto della pandemia ha sicuramente aggravato lo stato dei pazienti affetti da dolore muscolo scheletrico. Laddove il dolore era ancora a livello acuto o sub-acuto è diventato inesorabilmente un dolore cronico e persistente che limita la vita”. Lo ha detto Umberto Tarantino, della Fondazione Policlinico Tor Vergata e presidente della Società Italiana per la Gestione Unificata ed Interdisciplinare del Dolore muscolo-scheletrico e dell’Algodistrofia (Si Guida), in occasione dell’apertura del terzo congresso nazionale, in corso a Roma.
“A causa del Covid- 19 è venuta a mancare la comunicazione tra paziente e specialista – ha proseguito Tarantino – il paziente quindi si è curato in maniera auto referenziata, con una terapia sicuramente non adeguata. Bisogna considerare inoltre che anche la cronicità legata all’assunzione di farmaci è assolutamente pericolosa. In questo periodo, situazioni correggibili con la riabilitazione sono degenerate, portando i pazienti a dover subire interventi chirurgici”.
In relazione al simposio, Tarantino ha specificato: “Il terzo congresso della società Si-Guida si propone di fare un aggiornamento su tutto ciò che riguarda il dolore muscolo scheletrico. Il dolore muscolo scheletrico colpisce circa il 40/50% delle persone dopo i 65 anni e impedisce loro una normale qualità di vita. Nelle fasce di età più giovani il dolore riduce la loro attività lavorativa. Questa patologia crea inoltre una condizione di dipendenza dai farmaci e di dipendenza psicologica dal problema”.
“In questa riunione congressuale – ha aggiunto – verranno affrontati ad esempio i temi legati all’artrosi e ai dolori che essa può provocare. Andremo a fare il punto anche sul dolore lombare; sappiamo infatti che il 16% delle persone, almeno una volta nella vita, andranno a dire al medico di avere un dolore al rachide. Affronteremo tutti gli aspetti legati al dolore, a partire dalle cause andando poi ad esaminare come un dolore acuto possa diventare cronico. La nostra è una gestione interdisciplinare dove ortopedici, reumatologi e fisiatri operano insieme per guidare e curare il paziente nel modo migliore. Il dolore cronico, se persiste, può provocare ansia e depressione e questo fa peggiorare la qualità di vita del paziente. Daremo infine dei consigli, specificando quando situazioni complesse richiedono interventi chirurgici o quando una buona riabilitazione, insieme alla terapia farmacologica, può dare uno stimolo a far riprendere la vita nella normalità”, ha concluso.