Il rilancio del Servizio sanitario nazionale, la carenza dei medici, il blocco del turn over dei camici bianchi fino al precariato. I problemi della sanità italiana e le possibilità offerte anche dal Pnrr sono tra i temi al centro del 32esimo congresso nazionale elettivo del Cimo, il sindacato che da 75 anni rappresenta i medici, i veterinari e gli odontoiatri, in servizio e in quiescenza Ssn. Il congresso si apre domani a Roma.
“La tre giorni si aprirà con la presentazione del programma politico e delle candidature, tra cui quella del presidente nazionale uscente, Guido Quici che dal 22 settembre 2017 guida il sindacato medico italiano con l’obiettivo di proiettarlo verso una rappresentatività più ampia attraverso la Federazione Cimo-Fesmed. Nel pomeriggio di venerdì 8 ottobre, dopo la proclamazione degli eletti e la relazione politica del presidente Cimo, è prevista la presenza del ministro della Salute, Roberto Speranza”, riferisce una nota Cimo.
A seguire, la tavola rotonda ‘Pnrr, Intelligenza artificiale, governo clinico: un futuro da protagonisti’ a cui interverranno Filippo Anelli, presidente Fnomceo; Giovanni Migliori, presidente Fiaso; Alberto Oliveti, presidente Enpam; Giovanni Brugnoli, vicepresidente Confindustria per il Capitale Umano. A chiudere il Congresso, sabato 9 ottobre, l’insediamento degli organi statutari: ufficio di presidenza e direzione nazionale.
“Affrontiamo questo congresso – afferma il presidente Cimo Quici – in un momento storico particolarmente difficile per il nostro Paese, specialmente per il personale medico-sanitario che da oltre un anno e mezzo è sottoposto ad uno stress-test senza precedenti, impegnato a fronteggiare la pandemia da Covid-19, che ha prepotentemente evidenziato le criticità del nostro Ssn, da sempre denunciate da Cimo: dalla carenza di personale all’imbuto formativo, dal blocco del turn over fino al precariato, per citarne solo alcune. Sentito e doveroso è il plauso alle colleghe ed ai colleghi che non si sono risparmiati nel garantire il diritto alla salute dei cittadini, durante questa grave emergenza sanitaria. Il nostro pensiero va, soprattutto, a quanti hanno perso la vita, cercando di salvare quella dei pazienti in questa lotta al virus”.
Il presidente Quici ritiene, tuttavia, che “l’attuale momento di crisi possa trasformarsi in un una grande e forse unica opportunità per rilanciare la sanità pubblica. Come Cimo e come Federazione Cimo-Fesmed, che raggruppa oltre 17mila medici, siamo pronti ad accettare le nuove sfide che questa fase della nostra storia ci pone. Vogliamo essere i veri protagonisti di quel cambiamento che possa assicurare un vero rilancio della sanità italiana”.