Diabete, torna campagna internazionale #BlueBalloonChallenge

(Adnkronos) – Nel mondo l’Oms stima oltre 530 milioni di casi di diabete e in Italia più di 3 milioni e mezzo – pari al 6% della popolazione del nostro Paese. Una condizione cronica largamente diffusa eppure ancora trascurata, tanto da essere “invisibile” agli occhi di chi non ne è affetto. Con l’obiettivo di rendere visibile l’invisibile torna la #BlueBalloonChallenge, la campagna internazionale di Medtronic per promuovere una migliore comprensione di cosa significhi vivere oggi con il diabete e per supportare, attraverso una donazione all’organizzazione non profit Life for a Child, bambini e ragazzi con diabete nei paesi in via di sviluppo, che altrimenti avrebbero un accesso limitato.  

Attraverso la metafora di un palloncino blu tenuto in equilibrio durante attività quotidiane – si legge in una nota – la campagna Blue Balloon rappresenta la condizione giornaliera di chi convive con il diabete e prova a condurre una vita normale pur avendo sempre a mente la gestione della propria condizione. Si tratta di un esercizio di equilibrio costante per chi ne è affetto e chi gli sta intorno, ma che spesso dall’esterno non viene percepito per il suo reale impatto: la #BlueBalloonChallenge evidenzia proprio questo aspetto con il palloncino blu che ne diventa simbolo.  

“Sebbene si parli spesso di diabete, questa condizione rimane in generale poco compresa – dichiara Luigi Morgese, Sr. Business Director di Medtronic Diabete Italia – soprattutto non si ha coscienza del fatto che un paziente con diabete ha una lista infinita di regole da seguire, accortezze da tenere in considerazione e molte decisioni da prendere nella sua vita quotidiana. Per questo, Medtronic prosegue il suo impegno, mettendo a punto tecnologie all’avanguardia che possano aiutare e migliorare la qualità di vita delle persone, ma allo stesso tempo continua a sensibilizzare per accendere le luci su questa condizione e renderla visibile a tutti”. 

Insieme per rendere visibile l’invisibile è anche il titolo del video hero, protagonista della terza edizione della #BlueBalloonChallenge, che raccoglie l’esperienza di quattro adolescenti con diabete che raccontano la loro quotidianità, sottolineando cosa vuol dire imparare a gestire e convivere col proprio diabete in un momento cruciale della propria vita. Il video di quest’anno (disponibile sulla pagina Facebook di Medtronic) vuole rendere “visibile” agli occhi di tutti cosa significa avere il diabete, coinvolgendo un pubblico sempre più vasto e andando oltre la comunità di diabetici, e rinnovare l’invito a partecipare alla challenge condividendo sui social un contenuto con l’hashtag #BlueBalloonChallenge mentre si svolge una comune attività tenendo sospeso in aria un palloncino o utilizzando il filtro Instagram dedicato all’iniziativa. L’invito a partecipare alla challenge sarà supportato da un tour che toccherà le città di Milano, Firenze e Napoli dove, oltre a invitare le persone a partecipare alla challenge sui social, saranno previste attività e animazioni volte a coinvolgere i passanti.  

I contenuti pubblicati con il riferimento #BlueBalloonChallenge e con la tag @medtronicita su Instagram, @MedtronicDiabetes su LinkedIn o @Medtronicdiabete su Facebook – dettaglia la nota – consentiranno a Medtronic di fare una donazione di 5 euro per ciascun contenuto a Life for a Child, un’organizzazione non profit che si occupa di fornire insulina e device per il monitoraggio della glicemia ai bambini con diabete nei paesi in via di sviluppo. Nel 2022, grazie ai 100.000 euro raccolti e donati da Medtronic, Life for a Child è riuscita a fornire insulina e dispositivi medici base a 2000 bambini in Siria e oltre 200 in Kenya.  

“I bambini e i ragazzi delle nostre cliniche in Kenya e in Siria sono la testimonianza concreta di cosa significa prender parte alla Blue Balloon Challenge – dichiara Graham Ogle, General Manager di Life for a Child – Il contributo di ciascuno può fare la differenza e il supporto di Medtronic alla nostra organizzazione è un aiuto prezioso per coloro che in paesi più poveri devono aggiungere alla difficoltà di gestire una patologia cronica nel quotidiano anche la scarsità di accesso alle risorse necessarie per la terapia”.  

(Adnkronos)