Disturbi alimentari, sit-in Movimento lilla al ministero Salute

(Adnkronos) – Figli e genitori insieme con il fiocco e il palloncino lilla colorano la piazza sotto il ministero della Salute a Roma. Le famiglie chiedono una maggiore attenzione del Governo sui disturbi del comportamento alimentare (Dca). Non vogliono essere lasciate sole e lamentano ‘ci state tagliando il futuro’, recita uno striscione. La manifestazione arriva dopo le proteste per il taglio delle risorse per questa tipologia di disturbi – parliamo di anoressia e bulimia, ma non solo – poi rientrato con l’annuncio del ministro della Salute, Orazio Schillaci, di 10 milioni di euro per il Fondo straordinario Dca nel 2024. Ma non basta al Movimento Lilla, che ha mandato una lettera a Schillaci, che verrà letta durante il sit-in. “Sono bruscolini se pensiamo a 20 Regioni e alla totale mancanza di centri specializzati”, spiega all’Adnkronos Salute Maruska Albertazzi, fondatrice e attivista del Movimento Lilia.  

“Sentire che il Governo si è accorto oggi dei disturbi alimentari dopo le proteste ci fa sorridere – continua – Se queste malattie stanno a cuore non si aspettano le proteste. Non è possibile che non lo sapessero”. Comunque “10 milioni sono bruscolini per 20 Regioni – ribadisce – e molte non hanno servizi. Esiste una legge dello Stato, la legge Finanziaria del 2022, che prevede un budget autonomo per disturbi alimentari nei Lea”, i Livelli essenziali di assistenza. “Noi vogliamo che si rispetti quella legge. Le Regioni sono obbligate a garantire la presa in carico di queste patologie che però ora sono ricomprese nelle malattie psichiatriche. Il nostro appello oggi – sottolinea Albertazzi – è che il ministro ci ascolti davvero. Le famiglie sono costrette a viaggi della speranza, a spendere 280-300 al giorno in centri privati per far curare i nostri figli. Ogni anno ci sono 3mila vittime per i Dca”. 

“Abbiamo in programma altre manifestazioni. Il 15 marzo è la Giornata del Fiocchetto lilla, ma una malattia non esiste solo un giorno, ma tutto l’anno – afferma Aurora Caporossi, fondatrice e presidente Animenta Aps – Il Molise non ha centri, la Puglia uno, il Sud è scoperto, ci sono liste d’attesa di 6 mesi fino ad 1 anno. Non è possibile”.  

(Adnkronos)