(Adnkronos) – L’obesità “è un problema di salute e di sviluppo economico. Si calcola che 5 milioni di morti ogni anno siano causati dalle conseguenze dell’obesità. E i Paesi perdono fino al 3% del loro prodotto interno lordo a causa dell’obesità”. E’ il quadro tracciato ieri da Francesco Branca, direttore Nutrizione e sicurezza alimentare dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in occasione della Giornata mondiale dell’obesità. L’esperto, che ha risposto ad alcune domande nello spazio ‘Science in five’ dell’Oms, spiega quanto sia importante agire in chiave preventiva contro una “malattia cronica” che “compromette la salute” in vari modi. Un ruolo lo gioca anche l’ambiente in cui viviamo, che può esporci maggiormente al rischio oppure aiutare a limitarlo.
La premessa: il luogo in cui si vive può fare la differenza, i sistemi alimentari a cui facciamo riferimento, le opportunità di essere attivi, tutto ciò ha un impatto sul rischio di sviluppare obesità. Ed è in questo spazio che si gioca una delle sfide. Sfide che i Paesi stanno affrontando con differenti policy e strategie. C’è chi punta su tasse e aggravi di spesa per prodotti malsani alleati dell’obesità; chi, come l’Inghilterra, sta esplorando le potenzialità di azioni quali indicare le calorie nei menù in alcuni contesti (la legislazione attuale si applica alle grandi attività di ristorazione extra domestica); chi punta sui giovani. Lo fa per esempio in Italia un progetto (guidato dal Coni) che si svolgerà in due scuole del Milanese e che prevede di dotare gli studenti del secondo anno della scuola media di un contapassi. Obiettivo: farne almeno 8mila al giorno. In una sorta di sfida in grado di aumentare i livelli di movimento fisico dei ragazzi. L’iniziativa è rimbalzata sui media, ma non è l’unica messa in campo.
“L’indicazione delle calorie e la riduzione delle porzioni nella ristorazione pubblica e privata sono misure utili – osserva Branca all’Adnkronos Salute – L’uso degli strumenti per la misura del livello di attività fisica possono effettivamente incentivarla, ma sono più importanti le misure per creare ambienti che supportano il movimento. L’Oms promuove un pacchetto di politiche pubbliche che consentano le scelte sane trasformando i sistemi alimentari”. Politiche che puntano ad avere un impatto più diretto sulla malattia, ma anche strategie che cercano di affrontare il problema più ampio dei determinanti della salute. E in questo caso si parla anche di pianificazione urbana ‘amica’ del movimento fisico. Quindi spazi attrezzati per lo sport, piste ciclabili, possibilità di spostarsi a piedi.
Gli interventi principali di cui parla l’Oms sono: azioni a sostegno di pratiche salutari fin dal primo giorno, compresa la promozione dell’allattamento al seno; norme sulla commercializzazione dannosa di alimenti e bevande destinate ai bambini; politiche alimentari e nutrizionali nelle scuole, comprese iniziative per regolamentare la vendita di prodotti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale in prossimità delle scuole; politiche fiscali e di prezzo per promuovere diete sane; politiche di etichettatura nutrizionale; campagne di educazione e sensibilizzazione a un’alimentazione sana e all’esercizio fisico; standard per l’attività fisica nelle scuole; integrazione dei servizi di prevenzione e gestione dell’obesità nell’assistenza sanitaria di base.
Branca evidenzia l’impatto di questa malattia, “caratterizzata da depositi di grasso in eccesso” che compromettono la salute: “Può portare al diabete di tipo 2 e a malattie cardiache – elenca – Può influenzare” la salute “delle ossa. È associata ad alcuni tipi di cancro e influisce sulla qualità della vita”. Si può sviluppare questa condizione “a causa di una dieta non sana, a causa della scarsa attività fisica, ma anche a causa del sonno inadeguato e di una vita stressante. Alcune persone sono geneticamente predisposte e quindi è più facile per loro diventare obese. Ma l’obesità può essere la conseguenza dell’uso di determinati farmaci. Molte persone vivono in ambienti che favoriscono l’obesità a causa degli alimenti ad alto contenuto energetico, disponibili 24 ore su 24 e a buon mercato”.
Ma Branca tiene a puntualizzare a chi ne soffre: “L’obesità non è una tua responsabilità. Non dovresti vergognarti se convivi con l’obesità e le persone non dovrebbero incolpare che è in questa condizione. La cosa più importante è andare da un operatore sanitario”, il quale con “professionalità e rispetto dovrebbe aiutare nella diagnosi e con una risposta integrata, che consiste nel fornire consulenza sulla dieta e sull’attività fisica e, se necessario, suggerendo il trattamento farmacologico o anche alcune pratiche chirurgiche che limiterebbero il consumo e l’assorbimento del cibo”.
E infine c’è quello che la società può fare: “La politica comunitaria e nazionale dovrebbe aiutare tutti ad avere accesso a stili di vita sani – conclude Branca – Vorrei dare alcuni suggerimenti per tutti: se sei adulto, scegli frutta e verdura integrali, grassi sani e limita gli zuccheri. Preferisci l’acqua a qualsiasi altra bevanda. Sii attiva se sei madre di un neonato, allattalo al seno il più a lungo possibile. Ai bambini più grandi dare acqua e bevande non zuccherate, frutta e verdura al posto dei dolci. Andate a scuola a piedi – è il messaggio dell’esperto per i più giovani – limitate il tempo trascorso davanti allo schermo e assicuratevi di dormire adeguatamente”.