Farmaci, con semaglutide dimagriscono più le donne ma stessi benefici sul cuore

(Adnkronos) – L’antidiabete semaglutide, molecola ‘pharmastar’ gettonatissima tra i vip per il suo effetto anti-obesità, fa dimagrire di più le donne. Il dato emerge da un’analisi secondaria di STEP-HFpEF, programma di ricerca che valuta l’azione del farmaco nelle persone affette da obesità e scompenso cardiaco (con o senza diabete), presentata a Orlando in Florida durante le Sessioni scientifiche 2024 dell’American Diabetes Association e pubblicata sul ‘Journal of the American College of Cardiology’ (Jacc). Con semaglutide le pazienti donne hanno perso in media quasi il 10% del loro peso rispetto al 7% circa degli uomini: “Una differenza significativa”, sottolineano gli autori, evidenziando tuttavia che il miglioramento dei sintomi cardiaci è stato praticamente lo stesso in entrambi i sessi. Ciò suggerisce che “i benefici di semaglutide per l’insufficienza cardiaca potrebbero essere in parte indipendenti dal dimagrimento”. 

Il programma STEP-HFpEF, composto da due studi (STEP-HFpEF e STEP-HFpEF DM), ha confrontato semaglutide con placebo su 1.145 partecipanti – di cui 570 donne – per 52 settimane. L’obiettivo dell’analisi apparsa su Jacc e illustrata al congresso da Subodh Verma, ospedale St. Michael e università di Toronto in Canada, era capire “se le caratteristiche fenotipiche e gli effetti del trattamento con semaglutide variano in base al sesso nell’insufficienza cardiaca correlata all’obesità con frazione di eiezione conservata (HFpEF)”.  

“Comprendere le differenze sessuali nell’HFpEF correlato all’obesità è di grande importanza”, spiega infatti l’autore senior Mikhail Kosiborod, del Saint Luke’s Mid-America Heart Institute di Kansas City nel Missouri, considerando che “l’obesità e l’adiposità viscerale sono fattori chiave nello sviluppo e nella progressione dell’HFpEF e ciò può essere ancora più amplificato nelle donne, che rappresentano la maggioranza dei pazienti e sopportano un carico più pesante dei sintomi e delle limitazioni fisiche dello scompenso cardiaco”. Rimarca Verma, autore principale: “Si è osservato che le donne con obesità e HFpEF avevano un indice di massa corporea Bmi più alto ed erano molto più sintomatiche. Presentavano inoltre una maggiore infiammazione sistemica e, rispetto a ricerche precedenti, erano anche più giovani”.  

L’analisi ha mostrato che semaglutide, rispetto a placebo, ha migliorato in modo simile negli uomini e nelle donne – anche nei sottogruppi chiave per età e Bmi – i sintomi correlati allo scompenso cardiaco, le limitazioni fisiche e la capacità di esercizio, riducendo l’infiammazione e i peptidi natriuretici. Ha anche abbassato la pressione sanguigna sistolica (la ‘massima’) e il girovita. Quanto al dimagrimento, però, le femmine hanno sperimentato una maggiore perdita di peso: in media sono scese del 9,6%, contro il 7,2% dei maschi. “Anche se è stata riscontrata una significativa riduzione del peso corporeo in entrambi i sessi, questa è stata maggiore nelle donne in modo statisticamente significativo”, puntualizzano gli autori. 

In un editoriale di accompagnamento Anuradha Lala (Mount Sinai School of Medicine, capo ricerca scompenso cardiaco del Nhlbi Cardiothoracic Surgery Network) commenta che “sono necessari ulteriori studi per far luce sul meccanismo attraverso il quale semaglutide produce benefici, con un’attenzione continua alle differenze sesso-specifiche nelle risposte al trattamento”. 

(Adnkronos)