Giornata mondiale del bikini. “Zero tabù per chi ha subito un intervento al seno”

(Adnkronos) – Il senso di libertà che esplode quando, via i vestiti, ci si spoglia della fatica di un anno di lavoro e la pelle si accende a contatto con il sole e con il vento. Una gioia appannata solo dal pensiero di non apparire perfette come si vorrebbe. Croce e delizia di ogni inizio d’estate, la prova costume ha un sapore dolceamaro un po’ diverso per le donne che ritornano in spiaggia dopo un intervento di ricostruzione mammaria per un cancro al seno. Nessun tabù, via i complessi e le paure: scoprirsi e affrontare a testa alta lo specchio e lo sguardo degli altri si può e si deve. Parola delle esperte di Beautiful After Breast Cancer (Babc) Italia Onlus, che in occasione della Giornata mondiale del bikini in calendario il 5 luglio rassicurano e consigliano chi si prepara a indossarlo dopo l’operazione. 

Quando si indossa nuovamente il bikini dopo una ricostruzione al seno, si teme che qualsiasi irregolarità o differenza tra le mammelle possa essere notata”, spiega Marzia Salgarello, chirurgo plastico ricostruttivo presso la Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma e presidente di Babc Italia Onlus. “In realtà – precisa – con le nuove tecniche di ricostruzione mammaria protesica prepettorale, mi sento di rassicurare le donne. Queste tecniche, infatti, rendono la ricostruzione più naturale, perché la protesi è posizionata davanti al muscolo e quindi si comporta in modo simile al seno di prima della mastectomia”. Non teoria, ma realtà: “In questo periodo dell’anno – racconta la specialista – la mia équipe ed io riceviamo numerose foto di pazienti che sfoggiano orgogliose il costume da bagno. In quelle immagini c’è innanzitutto la gioia di aver superato un periodo difficile, ma anche quella di ritrovare il proprio corpo, in alcuni casi ancor più bello di prima. E’ questo soprattutto il caso delle pazienti che hanno ricevuto una ricostruzione bilaterale dopo una mastectomia bilaterale, in cui, quindi, i due seni sono davvero molto simili, poiché è stata posizionata la stessa protesi su entrambi i lati”. 

Ma anche “in tutti gli altri casi, ovvero quando la mastectomia e la successiva ricostruzione mammaria sono state monolaterali, cioè hanno coinvolto solo un seno – tranquillizza Salgarello – la ricostruzione con la protesi prepettorale garantisce comunque un aspetto e una mobilità che lo fa assomigliare all’altro seno”. 

“Nel caso la paziente sia stata sottoposta ad una ricostruzione con lembi, ovvero con i propri tessuti e non con la protesi”, continua Liliana Barone Adesi, dirigente medico dell’Uoc di Chirurgia plastica della Fondazione Policlinico Gemelli e vicepresidente Babc Italia Onlus, il seno “avrà di certo un aspetto ancora più naturale che le garantirà anche, nell’immediato, una maggiore simmetria rispetto all’altro seno. Inoltre, i risultati della ricostruzione con lembi sono più stabili nel tempo: il seno ricostruito seguirà i cambiamenti fisiologici del corpo, ingrassando se la paziente prende peso e invecchiando con lei. Sarà soggetto alla forza di gravità, come fa il seno originario. Questo tipo di intervento, però, necessita di ‘attingere’ tessuto principalmente dall’addome, e pertanto non è indicato nelle pazienti particolarmente magre. Le pazienti che presentano invece una pancia un po’ più pronunciata possono ricostruire la mammella prelevando il tessuto proprio da quel distretto. L’incisione verrà fatta in una zona che cade sotto lo slip e che pertanto risulterà invisibile anche in costume, analogamente a quanto avviene per un addominoplastica estetica”. 

“Quel che le pazienti temono di più nell’indossare il costume – riferisce Salgarello – è che nella posizione sdraiata, se la ricostruzione è stata con una protesi monolaterale, il seno con protesi rimarrà più duro e statico, mentre l’altro non ricostruito cambierà di forma poiché più morbido. In realtà, grazie alle nuove tecniche di ricostruzione prepettorale, la mobilità della mammella è molto simile a quella originaria e inoltre con l’uso di costumi ad hoc si può ridurre al minimo questo problema. Grazie alle moderne protesi è possibile ottenere un risultato naturale che uniforma il seno ricostruito a quello sano”, ribadisce l’esperta. 

Alcune buone abitudini possono aiutare. “Consigliamo alle pazienti di utilizzare una protezione solare 50+ anche sotto il costume, applicata più volte al giorno, e di esporsi al sole solo nelle ore più fresche, evitando quindi le ore centrali della giornata”, raccomanda Barone. “Nessun problema – aggiunge – per il bagno al mare. Il consiglio però è di fare una doccia con acqua dolce subito dopo, per evitare irritazioni della pelle che l’acqua salina può comportare. Un altro utile accorgimento in caso di ricostruzione autologa è quello di utilizzare i cerotti al silicone sulla cicatrice. In questo modo si otterrà la protezione completa delle cicatrici, quasi come se fosse uno schermo solare totale applicato in permanenza, e si favorisce anche una migliore cicatrizzazione della pelle”. 

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