(Adnkronos) – “La scorsa Epifania mi sono recato con un’auto-medica da una paziente gravemente obesa, la situazione era grave. Pesava oltre 300 chili, non riusciva a uscire dalla porta e anche i vigili del fuoco avevano difficoltà a calarla dalla finestra. Ma bisognava agire in fretta, aveva una grave forma di insufficienza cardiaca. Quando sono entrato nella stanza, il figlio mi ha minacciato: ‘Se mia madre muore, oggi muori anche tu con lei’, mi ha detto. Io mi sono limitato a discutere che ‘non sarebbe morto nessuno'”. Lo racconta Mario Balzanelli, presidente della Sis 118, ancora scosso al solo ricordo, nella Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari. Minacce, schiaffi, calci e pugni sono diventati sempre più frequenti nell’attività lavorativa di medici, infermieri, personale del 118.
“E’ a dir poco assurdo – commenta Balzanelli all’Adnkronos Salute – aggredire il personale del sistema di emergenza territoriale. Perché il 118 ha tre caratteristiche dimensionali, ben precise, che dovrebbero renderlo unico, prezioso, insostituibile alla coscienza, alla sensibilità, ai sentimenti di ciascun cittadino e delle Istituzioni stesse. Innanzitutto, in una sanità dai tempi di risposta non sempre così tempestivi, se non francamente dilazionati, il 118 risponde immediatamente e sempre a ciascun cittadino, h 24, 365 giorni all’anno. E ancora, in una sanità in cui è il cittadino che, nella maggior parte dei casi, si reca nei luoghi di cura, il 118 si precipita, al meglio delle sue possibilità operative, nell’arco temporale di pochi minuti, direttamente da chi ha richiesto aiuto, entrando nelle case, in tutti gli ambienti di vita e di lavoro, in qualunque area, urbana ed extraurbana, del territorio nazionale. Entrando in azione sempre e comunque, anche negli scenari più ostili, di altissima difficoltà operativa. Per salvare vite, gli operatori mettono a rischio la propria”.
Infine, sottolinea, “nelle situazioni cliniche di maggiore complessità, quando la vita è in pericolo nel volgere di alcuni istanti drammatici, il 118 fa spesso la differenza tra la vita e la morte, proprio intervenendo in tempi così rapidi. Il 118 è il sistema tempo-dipendente determinante e irrinunciabile per la tutela della vita di ciascuno di noi. Ogni aggressione al personale del sistema di emergenza territoriale è, dunque, di estrema gravità, inaccettabile, irricevibile. E’ totale mancanza di rispetto verso chi lavora dando tutto per salvare anche una sola vita in più, peraltro, come troppe volte tragicamente documentato perdendo anche la propria”, chiosa Balzanelli.