(Adnkronos) – Un esoscheletro indossabile e robotizzato tagliato su misura per i bambini con problematiche neuromotorie, in grado di farli camminare anche all’aperto. È ‘Atlas’, sviluppato dalla ricerca dell’Irccs San Raffaele di Roma e il primo di questo tipo in Italia. La presentazione oggi con il ministro della Salute Schillaci, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore alla sanità Alessio D’Amato. Il nome deriva da atlante (C1), la prima vertebra cervicale della colonna vertebrale, e Atlas è il nuovo ‘supereroe’ del reparto pediatrico del San Raffaele.
”Questa è una grande giornata per la medicina riabilitativa – commenta Enrico Garaci, presidente del Comitato scientifico dell’Irccs San Raffaele nella presentazione al ministro dell’esoscheletro – Atlas è come il titano che porta sulle spalle il mondo e aiuterà i bambini a migliorare il tono muscolare, a stimolare la plasticità sinaptica, sappiamo quanto è importate la fase di esplorazione da piccoli. L’Irccs – prosegue – è il modello originale che ha l’Italia, un modello unico che ha il compito di traslare i prodotti della conoscenza in cure e terapie. In una visione della sanità futura gli Irccs devono occupare una posizione rilevante”.
“La neuroriabilitazione – ha spiegato Marco Franceschini, direttore del Laboratorio di Ricerca clinica in riabilitazione neuromotoria dell’Irccs romano – è lo strumento che permette di riprogrammare le funzioni cerebrali attraverso il meccanismo della plasticità sinaptica. Nei bambini con le patologie neurologiche, molti dei quali non hanno mai avuto la possibilità di camminare, questo meccanismo assume un ruolo ancora più importante: i piccoli, in questo caso, non devono riapprendere ma imparare da zero. Permettere loro di camminare in modo fisiologico con ripetibilità e intensità è un’opportunità terapeutica di fondamentale importanza”.
Atlas 2030, distribuito in Italia da Emac Tecnologia Vitale, è il primo esoscheletro indossabile e utilizzabile in età pediatrica per la riabilitazione del cammino di bambini tra 4 e 10 anni d’età, con queste patologie: paralisi cerebrale infantile, mielolesioni (lesioni del midollo spinale fino alla vertebra C4), atrofia muscolare, distrofia muscolare, miopatie e diverse malattie neuromuscolari.
“Il robot utilizza articolazioni attive a rigidità variabile che per biomimesi imitano i processi della funzione muscolare naturale, garantendo il controllo in sicurezza del movimento in bambini con disturbi neuromotori – ha chiarito Francesco Infarinato, responsabile del laboratorio di Bioingegneria della riabilitazione – la sua unicità infatti risiede nella tecnologia elastica che si adatta al corpo dell’utente, è dotato di 8 motori (due sull’anca, uno al ginocchio e uno alla caviglia su ciascuna gamba) per assicurare la libertà di movimento in tutte le direzioni (sistema ‘overground’) ed è utilizzato in associazione con un sistema di supporto che garantisce la sicurezza del bambino al quale dà la possibilità di camminare in modo attivo, ripetibile e controllato, consentendo, al contempo, di interagire con l’ambiente in modo libero e sicuro. Questo sistema – ha aggiunto – allo stesso tempo permette al terapista di interagire faccia a faccia invece di supportare il movimento dalle spalle del bambino”.
“Il successo dell’esoscheletro nell’adulto – ha sottolineato Claudia Condoluci, responsabile dell’Area pediatrica e delle disabilità dello sviluppo dell’Irccs San Raffaele di Roma – ci ha indotti a valutare la possibilità di un suo utilizzo anche nell’ambito della riabilitazione pediatrica. La maggior parte dei ragazzini che lo stanno già utilizzando presso il nostro reparto non ha mai camminato in autonomia. Con ‘Atlas’ può farlo e può svolgere anche diverse attività come calciare una palla e disegnare, cose che non avrebbe mai pensato fossero possibili. Pertanto oltre all’apprendimento e all’acquisizione di adeguate strategie di controllo motorio, al mantenimento di un adeguato range articolare, al controllo della spasticità e della forza, al miglioramento nella stabilità del tronco e della capacità ventilatoria e cardiovascolare, il robot ha un importantissimo impatto sulla sfera cognitiva, emotiva e sociale per il bambino e la famiglia”.
“Considerato ciò e vista l’esperienza e gli esiti della riabilitazione del cammino con esoscheletri nell’adulto e la scarsità della letteratura esistente per quanto riguarda l’intervento in età pediatrica, abbiamo deciso di proporre uno studio pilota interventistico senza utilizzo di farmaco, monocentrico, randomizzato controllato”, conclude Condoluci.
‘RoboKId’, questo il nome del progetto di ricerca, “valuterà la fattibilità, l’intervento e l’impatto di tale approccio riabilitativo sulla qualità di vita e lo stato clinico funzionale dei piccoli partecipanti che saranno in totale 20 attraverso un programma di intervento che integrerà il trattamento robotico attivo del cammino e la terapia tradizionale”, conclude il San Raffaele.