La ricetta della longevità

(Adnkronos) – Alimentazione sana, senza eccedere nelle quantità, e attività fisica per vivere a lungo e, soprattutto, in salute. “Vivere di più e bene sembrerebbe un concetto banale, ma per farlo bisogna mettere in campo strategie e sviluppare un vero e proprio programma di longevità. L’obiettivo è il benessere, non solo fisico ma anche mentale, con metodologie scientificamente provate”, spiega David Della Morte Canosci, professore associato di Neurologia alla Miller School of Medicine all’Università di Miami e di Medicina interna all’Università di Roma Tor Vergata e direttore del Centro medico di Palazzo Fiuggi, Medical Spa alle porte di Roma che unisce ad esami medici, trattamenti personalizzati, attività fisica, discipline olistiche e percorsi termali i benefici dell’acqua di Fiuggi, “che ha un potere farmacologico”.  

Nella ricetta della longevità “il primo punto è sapere chi è la persona e qual è l’influenza dell’ambiente che la circonda, attraverso la genetica e l’epigenetica. Da qui bisogna partire per studiare come intervenire attraverso strategie mirate per invertire il processo di invecchiamento, o rallentarlo qualora fosse accelerato, come il programma Longevità che abbiamo formulato a Palazzo Fiuggi. La parola chiave è prevenzione, mai darla per scontata: uno stile di vita sano e una corretta alimentazione sono i pilastri per raggiungere questo obiettivo”, sottolinea. Per per vivere a lungo e in salute “occorre cambiare stile di vita, in alcuni casi resettarlo del tutto”, rimarca l’esperto, attualmente impegnato in studi di genetica finalizzati a identificare i fattori che influenzano lo sviluppo dell’invecchiamento vascolare e della cognizione. 

La nutrizione come un farmaco. Partiamo dalla tavola: quali sono i cibi alleati della longevità? “Sì alla dieta mediterranea, con molta frutta e verdura – risponde – e cibi ricchi di acidi grassi polinsaturi omega-3, proteine e polifenoli. Sì anche all’olio di oliva che contiene molecole antiossidanti ed anti-infiammatorie capaci di svolgere un ruolo importante nella prevenzione di patologie cronico-degenerative, come diverse forme di cancro e patologie neurodegenerative. Si parla tanto della dieta vegetariana, ma quel che è importante è non far mancare mai all’organismo il giusto apporto di proteine per mantenere il muscolo. Abbiamo visto che la perdita muscolare legata all’età, la sarcopenia, è un fattore di rischio per le malattie metaboliche, cardiovascolari e neurovegetative”.  

E ancora, “numerosi studi scientifici hanno dimostrato che una dieta ricca di cibi antinfiammatori e antiossidanti riesce a prevenire e in alcuni casi persino determinare la remissione di malattie come il diabete”. Anche la quantità conta. “E’ importante non superare il giusto apporto calorico”, raccomanda. E, oltre all’alimentazione, “l’attività fisica è un pilastro” della longevità. “Se praticata correttamente può essere miracolosa – aggiunge Della Morte Canosci – Restrizione calorica e attività fisica attivano le sirtuine, una famiglia di proteine che stimolano il Dna a produrre sostanze positive, ma che tendono a diminuire con l’età”.  

Per vivere in salute “bisogna cercare di mantenere anche un buono stato mentale, uno dei fattori più importanti per non accelerare l’invecchiamento. Oggi si conoscono le vie molecolari che lo stimolano. Le nostre cellule per lavorare devono produrre energia e nel far questo producono scorie, i radicali liberi. Fino a una certa età abbiamo i meccanismi di difesa per eliminare tali scorie, ma dopo l’organismo non riesce più a smaltirle, come un’industria che non riesce a smaltire i suoi rifiuti. Così i radicali liberi si accumulano, causano infiammazione e stress ossidativo e ci fanno invecchiare”. Se dunque non esiste un elisir di lunga vita, “uno stile di vita corretto, un regime alimentare salutare e l’esercizio fisico regolare possono fare la differenza”, rimarca Della Morte Canosci. A Palazzo Fiuggi “abbiamo tradotto i principi cardine dell’antinvecchiamento in una food line con più di mille ricette. Ciascun ingrediente utilizzato per comporre i piatti possiede specifiche proprietà nutrizionali. In particolare, vengono utilizzati cibi ricchi di polifenoli ed acidi grassi polinsaturi omega-3, e poveri di grassi saturi, senza tuttavia comprometterne la palatabilità”. La Food Line è infatti firmata dallo chef tristellato Heinz Beck, da sempre attento alla salute e al benessere nella costruzione dei suoi piatti.  

L’acqua del benessere. L’Acqua di Fiuggi “trae le sue proprietà – racconta Della Morte Canosci – dalle felci: l’acqua piovana, che cade sulla vegetazione, si arricchisce dei microcomponenti e finisce nel terreno dal quale viene poi estratta. Ha poteri farmacologici, sappiamo che funziona contro i calcoli renali, grazie a una reazione chimica in grado di rompere il calcio. Elimina anche tanti altri residui presenti nell’organismo”. E’ dimostrato un effetto benefico su una varietà di disturbi e malattie croniche, tra cui disturbi del tratto urinario, cistite, pielonefrite, disturbi metabolici, gotta e artrite.  

Il ruolo della genetica. Per sapere se vivremo a lungo, di cosa ci ammaleremo, ma anche quale può essere la dieta più efficace, la tentazione di sbirciare nel grande libro del Dna è fortissima. Ed è sempre più alla portata di tutti. “Sono migliaia i test genetici disponibili e quasi ogni anno ne arrivano di nuovi sul mercato. Solo negli ultimi 10 anni ne sono stati sviluppati circa 50mila”, spiega Giuseppe Novelli, direttore dell’Uoc di Genetica medica del Policlinico di Tor Vergata, che a Palazzo Fiuggi sta portando avanti il Progetto ‘Salute, prevenzione e genoma’, in collaborazione con il Laboratorio di genetica medica del Dipartimento di Biomedicina e prevenzione dell’Università di Tor Vergata. Il rischio è che troppo spesso quest’offerta porti a ricorrere in modo inappropriato ai test genetici. A banalizzarli, come una sorta di oroscopo.  

“Diciamo no al ‘genoscopo’ – sottolinea Novelli – i test genetici non sono un oroscopo, ma un prezioso strumento per la medicina predittiva su persone sane. Un tempo sottoporsi ad un’analisi completa del proprio genoma costava circa 100mila euro, oggi siamo intorno ai 300-400 euro. Questo ha senz’altro favorito il mercato: al mondo ci sono circa 35 milioni di persone che hanno decifrato il loro Dna. Verrebbe da dire che ormai lo fanno tutti. E questo apre anche una questione etica e di privacy”. L’esperto ci tiene a ricordare che “non è un banale esame del sangue, è un’analisi delicata, che riguarda la persona, la sua famiglia, i suoi figli, il gruppo di appartenenza. I test genetici vanno erogati con precisi criteri ed è fondamentale che siano interpretati in maniera appropriata e seria, altrimenti si rischia di fare grossi danni”, chiosa Novelli rinnovando l’invito a non banalizzare: “Nel nostro Dna non c’è scritto quanti caffè possiamo bere al giorno, o quale piatto è meglio mangiare a pranzo o a cena”. 

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