(Adnkronos) – “Schemi alimentari basati su cibo sintetico non possono avere la capacità di essere utilmente e favorevolmente performanti sul microbiota umano, ciò che impone di cambiare prospettiva rispetto alle innaturali tentazioni del cibo sintetico per ritornare senza alcun indugio ai metodi di agricoltura tradizionali e di allevamento al pascolo. Nel suolo e non in piastre di laboratorio crescono le colture commestibili, ma vivono anche miliardi di insetti, funghi, batteri, lieviti e altri microrganismi indispensabili a rendere fertile e produttivo il terreno e in grado di avere effetti positivi anche sul microbiota”. Lo precisa all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata, dopo il no ai cibi sintetici ribadito dal ministro della Salute Schillaci.
“Sul suolo crescono erba e vegetazione spontanea, ricca di biodiversità e di cui si nutrono gli animali al pascolo e si sa, una dieta benefica per l’animale lo è, di conseguenza, anche per chi si nutre del suo latte e della sua carne. Niente di tutto questo avviene sotto cappa o nei bioreattori”, rimarca Minelli che sul microbiota ha scritto un libro da poco: ‘Il segreto della salute’ (Armando Curcio Editore).
Sul cibo sintetico Minelli mette in fila alcune considerazioni. “Da una parte – osserva – c’è il cibo ultraprocessato di origine vegetale, che è ormai da tempo sui mercati sotto forma di burger a base di legumi, bevande a base di soia e cereali, preparati a base di glutine. E poi c’è il cosiddetto cibo sintetico, cosa totalmente diversa, che per definizione è composto da ingredienti di sintesi, fabbricati con tecnologie di riproduzione cellulare o di sintesi proteica. Di sintetico si possono trovare la carne, il pesce e il latte, del tutto inaccettabili perché rappresentano un pericolo per la salute e la sicurezza dei cittadini, una negazione della fisiologica biodiversità, un danno all’ambiente, visto che per produrli si consumano molta energia e tanta acqua”.
“Mai ci stancheremo di dire che per mantenersi in salute bisogna seguire una dieta equilibrata, basata su un corretto rapporto tra proteine, carboidrati, acidi grassi essenziali e altri nutrienti – avverte l’immunologo – che è necessario scegliere le materie prime più salubri, utilizzare ricette non appesantite da troppi grassi e zuccheri, ma ricche in fibre, vitamine e sali minerali. E tutto questo anche per non alterare la qualità e la quantità di quell’enorme patrimonio di ospiti microscopici che popolano il nostro intestino e che, secondo oramai innumerevoli evidenze cliniche, risulta essere la cartina tornasole della nostra salute”.
“In un momento storico effervescente sul piano scientifico – evidenzia Minelli – in cui si comincia a profilare l’ipotesi tutt’altro che remota che, per esempio, in pazienti con carcinoma renale metastatico (lo studio è ancora in fase 1, ma è più che promettente) il trattamento con inibitori dei check-point immunitari combinati con un ceppo specifico di batterio simbionte ha mostrato di prolungare la sopravvivenza del paziente fino a 12,7 mesi senza alcuna progressione patologica, rispetto ai 2,5 mesi del gruppo di controllo in terapia con soli inibitori dei check-point immunitari, non considerare al centro della salute umana (evidentemente non solo per quel che attiene alla patologia oncologica) questi aspetti sarebbe miopia assoluta”.
“Ma perché l’organo microbiota, fatto di migliaia di miliardi di cellule viventi più che strategiche per le corrette dinamiche fisiologiche del nostro organismo, possa funzionare regolarmente, ha bisogno di una sua adeguata nutrizione. Come dire, in altri termini – conclude lo specialista – che la composizione e attività metabolica del microbiota risultano essere fortemente influenzate dalle abitudini a tavola dei diversi soggetti, modellandosi plasticamente in base agli eventuali cambiamenti dei profili alimentari”.