(Adnkronos) – Nonostante la curva in calo dell’influenza e di altre patologie stagionali, “gli ambulatori dei medici di famiglia, in questo periodo, sono affollati a causa delle malattie respiratorie virali che quest’anno, come caratteristica, presentano una lunga durata. Insomma abbiamo meno casi, ma più controlli di persone preoccupate che vengono a farsi visitare per sintomi che permangono a lungo. La tosse, in particolare, può durare anche 4 settimane”. A tracciare il quadro per l’Adnkronos Salute è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).
“In passato – spiega – magari avevamo 10 casi e 1-2 visite a paziente. Ora, con soli 3 casi, seguiamo il paziente anche 3 o 4 settimane con frequenti controlli, perché dopo la fase acuta, caratterizzata da febbre, raffreddore e mal di gola, continuano ad avere tosse e irritazione delle prime vie aeree. Sintomi che creano ovviamente una preoccupazione nelle persone che, quindi, ci chiamano e reiterano richieste di visite”. La situazione, secondo Scotti, “rappresenta, probabilmente, l’onda lunga post-Covid”.
“Tutte le misure adottate in pandemia – ragiona – hanno determinato di fatto una perdita della memoria immunitaria in molti assistiti rispetto ai virus respiratori normalmente circolanti. Questo fa sì che si sia esposti a ‘ripetizioni’ di virosi, causate da virus diversi che trovano poche difese attive. E tutto ciò in una sorta di continuità. E questo crea un circolo, come se non si uscisse più dall’influenza”. A tutto questo si aggiunge “che la nostra popolazione è sempre più composta da anziani, fragili, con una maggiore tendenza alle complicanze”. Insomma, “nei nostri studi sono molti i pazienti che, a causa di reinfezioni continue, hanno la sensazione che la loro influenza duri un mese. E, dopo il Covid, i sintomi allarmano di più”.
All’origine di queste ‘code’, un peso “c’è l’ha sicuramente anche la meteorologia – osserva Scotti – con i repentini cambi di temperatura, ma anche l’inquinamento, per quanto riguarda le grandi città”.