(Adnkronos) – Un appuntamento mancato a Napoli, il videomessaggio in cui Nanni Moretti, colpito da infarto, si scusa e rassicura sulle sue condizioni (“Starò meglio, tornerò presto”), l’apprensione del mondo del cinema, smorzata in parte dal fatto che ieri il regista era già di nuovo operativo ed è riuscito anche a partecipare alla proiezione del film ‘Vittoria’, di cui è il produttore con la sua Sacher Film. Ma cosa succede dopo un attacco di cuore? Cosa fa la differenza? La prima ‘sliding door’ è l’arrivo tempestivo in ospedale, perché “il tempo è ‘muscolo'”, è cuore che si salva, dicono i cardiologi. Questa, spiega all’Adnkronos Salute Fabrizio Oliva, presidente dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), “è una malattia tempo-dipendente, quindi prima arriviamo a curarla, a riaprire quel vaso che è malato, è maggiore il vantaggio. E’ chiaro che il modo in cui si esce alla dimissione dall’ospedale è influenzato dal fatto di arrivare tempestivamente in ospedale, alle cure, quando si ha sospetto di avere un infarto miocardico”.
“Prima arrivi, prima si mettono in atto certe terapie e chiaramente si salva più cuore, si salva più muscolo cardiaco”, ribadisce Oliva, che dà anche un dato per rendere l’idea: “Quando un infarto miocardico si complica con un’insufficienza cardiaca, la mortalità è di 3 volte superiore. Quindi il punto centrale è che è fondamentale arrivare presto. Dopodiché, una volta che il paziente viene dimesso, bisogna che dopo un infarto miocardico segua delle corrette abitudini di vita: quindi dieta, movimento, evitare di andare in sovrappeso, non fumare se prima si fumava. E poi seguire quelle che sono le terapie, perché il problema purtroppo è che spesso i pazienti, dopo una dimissione, perdono per strada le terapie”. (segue)