Neoplasie mieloproliferative croniche, quali diritti e tutele per pazienti

(Adnkronos) – Trombocitemia essenziale, mielofibrosi primaria e policitemia vera sono neoplasie mieloproliferative croniche: tumori che colpiscono le cellule che formano il sangue e che hanno un grande impatto sulla qualità di vita. I lavoratori che sono affetti da queste malattie sono tutelati dalla legge e hanno diritto a svolgere mansioni che siano compatibili con il loro stato di salute: oggi, infatti, esistono delle agevolazioni pensate per aiutare a conciliare le diverse fasi della malattia con il proprio impiego. Per ottenerle, è però necessario che sia accertata l’invalidità civile o lo stato di persona con handicap. La normativa che stabilisce i diritti dei lavoratori affetti da patologie si è modificata nel tempo e si modificherà ancora in futuro adeguandosi alle nuove evidenze scientifiche, alle richieste dei pazienti e alla presenza di ausili e tecnologie.  

E’ quanto riporta un articolo pubblicato su ‘Alleati per la Salute’, il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis, secondo cui le associazioni di pazienti sono un utile punto di riferimento per tutte le questioni legate alla gestione di una specifica malattia, comprese quelle relative ai diritti del malato. Nel caso delle malattie mieloproliferative croniche, le associazioni sono principalmente Aipamm e Ail. E’ comunque importante informarsi presso la propria Asl, gli uffici dell’Inps e i servizi sociali del proprio territorio per ottenere informazioni chiare e aggiornate sull’iter amministrativo da seguire per presentare le diverse domande necessarie. Nel caso della richiesta di invalidità e di stato di handicap grave, è possibile presentare una sola domanda presso l’Inps.  

Una delle leggi più importanti in materia di diritti dei lavoratori dipendenti affetti da patologie è la 104/1992 che regola i congedi e i permessi retribuiti della persona malata e di un suo famigliare (di primo o secondo grado, raramente di terzo). Si tratta – si legge nell’articolo – di una misura riservata a chi ha un certificato di handicap grave, consiste in 3 giorni al mese o in 2 ore al giorno e si ottiene presentando domanda sia al datore di lavoro sia all’Inps. Nel caso in cui il paziente debba essere assistito da un parente, il famigliare ha diritto a 3 giorni al mese o a un congedo retribuito che è al massimo di 2 anni.  

Esistono poi ulteriori agevolazioni per i pazienti affetti da malattie onco-ematologiche. La prima è quella di ottenere un orario di lavoro ridotto. In base a una norma inserita nella legge 61 del 2000, detta legge Biagi, infatti, il lavoratore dipendente malato ha la possibilità di accedere al part-time o di richiedere il telelavoro e di non essere assegnato ai turni di notte. Questo è possibile solo dopo che la Commissione medica della Asl competente ha certificato che si possiedono i requisiti necessari ad accedere all’agevolazione. Sia le imprese sia gli enti pubblici hanno poi l’obbligo di assumere una percentuale di personale con invalidità superiore al 46%; chi volesse sfruttare questa opportunità deve iscriversi alle liste speciali del collocamento obbligatorio. Una parte di questi posti può essere riservata anche a persone diventate disabili dopo l’assunzione, se la disabilità è superiore al 60% (legge 68/1999). Per quanto riguarda le tutele ai sensi previdenziali, ogni caso viene valutato singolarmente. Si possono ottenere l’assegno ordinario di invalidità e, nei casi più gravi, la pensione ordinaria di inabilità dell’Inps.  

L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/il-dialogo-conta/neoplasie-mieloproliferative-croniche-invalidita-diritti-tutele. 

(Adnkronos)