(Adnkronos) – “La necessità di tecnologia all’interno del processo di cura della salute è diventato un elemento imprescindibile. La quantità di tecnologia che noi oggi abbiamo nei nostri ospedali comporta la necessità di avere una gestione complessiva. La presenza di professionalità che abbiano competenze specifiche, che però diventano contemporaneamente sempre più multidisciplinari e multidimensionali, è fondamentale per gestire una tecnologia che in realtà non è più un elemento singolo che interagisce con il paziente e con il clinico per un tempo finito, ma è un elemento che, a partire da un’interazione con il paziente, in un momento finito, si estende, si espande a tutto un contesto perché condivide dati, informazioni, elementi necessari al processo di cura che, magari, non vengono usati in quel preciso istante. E quindi la professione cambia perché non è più verticale, ma nell’essere verticale diventa anche trasversale”. Così Umberto Nocco, presidente Associazione italiana ingegneri clinici, all’Adnkronos Salute, intervenendo, a Roma, nel corso del 24esimo Convegno Aiic.
“In sanità ci sono molte aspettative dalla tecnologia – osserva Nocco – Quando parliamo di tecnologia, tendiamo sempre a vedere l’innovazione, la cosa nuova, rivoluzionaria. La sanità è fatta ancora di tecnologie e device che servono nel quotidiano e, su queste, in effetti, oggi noi abbiamo qualche criticità perché il livello di aggiornamento tecnologico è brutalmente legato a un aspetto di età anagrafica. Ma proprio l’aggiornamento è uno dei primi elementi su cui dobbiamo investire a breve termine e l’investimento sarà certamente significativo anche dal punto di vista monetario, tenendo conto che, sicuramente, il momento della sostituzione della tecnologia è un momento in cui ripensare i processi, in funzione di quello che oggi la tecnologia nuova” mette a disposizione. “È un meccanismo estremamente dinamico, un processo di modifica, proprio per questa continuità complessiva”.
Anche la sostenibilità dell’innovazione va ripensata. “Spesso ci fermiamo all’aspetto puramente economico – sottolinea il presidente Aiic – perché è quello probabilmente più comprensibile a tutti, però ci sono tanti driver che controllano l’innovazione e quindi è chiaro che la sostenibilità” non è solo economica, ma è anche “di processo, perché ogni nuova tecnologia comporta delle modifiche ai processi che vogliono dire cambiare il modo di lavorare, magari avere più risorse umane oppure modificare il loro modo di lavorare, e quindi formazione. Il driver dell’innovazione tecnologica – conclude Nocco – è multidisciplinare”.