(Adnkronos) – “A causa del Covid-19 dieci regione italiane hanno ridotto la loro risposta nel trattamento dei tumori maligni, superando oggi i 30 giorni stabiliti dalla legge: si parla di riduzioni nelle diagnosi e ritardi di accesso ai trattamenti, come pure di contrazione nel numero degli screening dedicati alla prevenzione”. A lanciare l’allarme è Tonino Aceti, presidente di Salutequità, nell’ambito della presentazione del 9° Report di Salutequità – Equità di accesso in Oncologia – nell’ambito dell’Osservatorio permanente sullo stato dell’assistenza ai pazienti non-covid e presentato nel corso del seminario realizzato con il contributo non condizionato di Merck Serono SPA. “Dobbiamo correre nelle tempistiche di approvazione per i nuovi farmaci – prosegue Aceti – Registriamo 251 giorni di attesa per i farmaci non generici, più altri 60 per la trasmissione in Gazzetta Ufficiale e ulteriori lungaggini per l’ingresso nei prontuari terapeutici regionali. Tutto ciò in una fase in cui potremmo avere a disposizione terapie e trattamenti sempre più personalizzati”. Aceti punta il dito anche sulla capacità delle regioni ad attingere dai fondi statali: “Lo Stato ha stanziato due fondi da 500 milioni di euro ciascuno: nel 2021, per i farmaci innovativi non oncologici, non sono stati spesi 40 milioni, per quelli oncologici la cifra supera addirittura i 300 milioni. E’ preoccupante che le istituzioni non spendano per i propri pazienti i fondi stanziati” conclude il presidente di Salutequità.
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