Per 45% italiani ‘cercasi’ riabilitazione, 3,6 mln di anni vissuti con disabilità

(Adnkronos) – L’Italia è uno dei Paesi nel mondo dove si vive più a lungo, ma la qualità della vita dei nostri anziani non è al livello di altre nazioni più o meno longeve. “Secondo un recente rapporto dell’Oms sono oltre 27 milioni gli italiani, pari al 44,9% della popolazione (i dati sono riferiti al 2019) che hanno almeno una condizione per la quale dovrebbero fruire dei servizi riabilitativi per un totale di 3,6 milioni di anni di vita vissuti con problemi di disabilità” dovuti a tante cause che possono andare dai traumi all’ictus, al Parkinson, a problemi cardiovascolari, fino a patologie molto diffuse come lombalgia e artrosi. A fare il punto per l’Adnkronos Salute è la Simfer, la Società italiana di medicina fisica e riabilitativa, che dal 6 al 9 ottobre terrà a Padova il 52esimo congresso nazionale ‘La scienza riabilitativa e l’impegno nel territorio per una nuova etica della riabilitazione’.  

La maggior parte di questi italiani ‘alla ricerca’ di un’assistenza riabilitativa “è nella fascia di età tra 15 e 64 anni, in tutto oltre 15,3 milioni, e nella fascia oltre i 65 anni, in tutto altri 11 milioni di persone”, precisano i medici fisiatri. “In considerazione di questo, ad oggi possiamo affermare come ci sia una crescente necessità di rafforzare il sistema riabilitazione in Italia, a partire dall’opportunità di incrementare i posti letto di fisiatria e dal numero di specialisti e di concorsi per i medici fisiatri. Il rischio – avverte la società scientifica – è di non riuscire ad erogare prestazioni riabilitative appropriate a tutte le persone che ne necessitano”.  

La medicina fisica e riabilitativa è la disciplina medica di riferimento per le persone affette da esiti disabilitanti di patologie di differente natura: muscolo-scheletrica, neurologica, cardio-vascolare, pneumologica, urologica, solo per citare alcuni degli ambiti di intervento. ll congresso della Simfer sarà l’occasione anche per analizzare e discutere il futuro della specialità che si confronta con la teleriabilitazione, l’intelligenza artificiale, gli algoritmi predittivi e la digitalizzazione sanitaria. 

I medici fisiatri lavorano in diversi setting assistenziali, dai reparti di riabilitazione negli ospedali alle cliniche convenzionate, ai policlinici universitari, agli ambulatori convenzionati e privati, ai servizi domiciliari, collaborando con tutte le figure che costituiscono il team riabilitativo, e avendo in particolare la responsabilità della diagnosi riabilitativa e della prescrizione del trattamento riabilitativo attraverso l’elaborazione di un Progetto riabilitativo individuale (Pri). Questo comprende, al suo interno, gli obiettivi riabilitativi da raggiungere nelle differenti aree di intervento e la tipologia di cure da proporre alla persona con disabilità. Le cure sono erogate dal medico stesso e dai membri del team riabilitativo. 

“La riabilitazione è un processo che deve essere altamente individualizzato e per cui è necessario un approccio globale al paziente – rimarca la Simfer – I trattamenti riabilitativi sono molteplici. Tra essi si possono ricordare la rieducazione motoria con l’esercizio terapeutico e la prescrizione e l’addestramento all’uso di ortesi ausili e protesi, assai richiesti per ridurre l’impatto della disabilità. Ulteriori trattamenti includono tecniche ed interventi ad uso esclusivo del medico, come i trattamenti infiltrativi (anche eco-guidati), le onde d’urto focali; possono essere proposti inoltre interventi di alta tecnologia come ad esempio la riabilitazione robotica e la realtà virtuale, o la terapia fisica strumentale”. Tutti questi temi verranno affrontati all’interno del congresso della Simfer, durante il quale si svolgeranno anche le elezioni per il rinnovo delle cariche societarie. 

(Adnkronos)