Se i batteri mettono alla prova l’intestino, la Sibo in 10 punti

(Adnkronos) – Gonfiore, dolore, meteorismo. Insieme a un’ampia varietà di sintomi, anche gastrici, che possono far pensare al reflusso e che, alla lunga, portano a problemi da malassorbimento che possono causare, tra l’alro, fragilità di capelli, unghie, denti. Nella costellazione di sigle che, in poche lettere, sintetizzano una molteplicità di malattie gastrointestinali a volte anche particolarmente complesse, “figurano a buon titolo la Sibo e la variante Sifo, rispettivamente acronimi di ‘Small Intestinal Bacterial Overgrowth’ e di ‘Small Intestinal Fungal Overgrowth”. Su queste forme cliniche, diffuse ma non sempre correttamente inquadrate, prova a mettere ordine l’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana presso l’Università Lum di Bari. Le due sigle sono condizioni caratterizzate da una ‘crescita di batteri (Sibo) o di funghi (Sifo) nel piccolo intestino, “cioè nel lungo tratto dell’intestino tenue dove, normalmente, la quantità di microrganismi è molto più bassa di quella presente nel colon”, precisa Minelli che indica 10 punti per spiegare cosa sono e le loro implicazioni sulla salute.  

1) “Sul piano clinico – spiega – il corteo dei sintomi che caratterizzano una Sibo è direttamente legato alla fermentazione causata dai batteri che abitano o che, migrando dal colon, vanno a localizzarsi nel piccolo intestino. L’attività fermentativa di questi microrganismi – con la conseguente produzione di gas – gonfia e distende le anse intestinali generando meteorismo, dolore tensivo dell’addome, talvolta flatulenza, stipsi o diarrea ovvero alternanza dell’una con l’altra. Ma più frequentemente, tendendo a risalire verso l’alto, i gas procurano distensione talvolta anche dolorosa dello stomaco, turbe digestive e ancora pirosi esofagea con sensazione di bruciore retrosternale, talvolta tachicardia o extrasistolia, irritazione del tratto faringeo con tosse insistente e stizzosa, raucedine, impedimenti nella deglutizione, sapore metallico, lingua patinosa, alitosi”. Possono anche “manifestarsi sintomi extraintestinali, tra i quali soprattutto astenia, arrossamenti cutanei, disturbi respiratori più severi”.  

2) “Ma, attraverso i prodotti del loro metabolismo, i batteri migrati nell’intestino tenue possono anche alterarne il rivestimento interno, danneggiandone la struttura e così rendendo permeabile una ‘barriera’ che individua in una solida impermeabilità il punto di forza della propria funzione. Tutto ciò comporterà un malassorbimento di nutrienti le cui carenze ricadranno poi sulla salute delle ossa e degli annessi cutanei come capelli, denti, unghie che tenderanno a fragilizzarsi”, avverte l’esperto.  

3) “Inoltre, un’alterazione strutturale della parete intestinale può favorire il transito nel sangue di proteine che, se normalmente processate e rielaborate da un epitelio intestinale sano, in caso di alterata permeabilità di quell’epitelio transiteranno direttamente nel sangue, così attivando dinamiche allergiche e/o autoimmunitarie”, precisa Minelli. 

4) “Diverse sono le cause che possono portare ad una Sibo – continua lo specialista – in primis un’alimentazione povera di fibre. Queste sostanze, invece, oltre a rappresentare un supporto prebiotico validissimo per favorire la crescita dei batteri intestinali ‘buoni’, sono anche uno dei principali fattori capaci di ottimizzare il transito tanto di alimenti quanto di scorie lungo il canale intestinale”. 

5) “Altri fattori all’origine di una Sibo sono le condizioni di stress intenso e prolungato, i bypass gastrici e, in generale, gli interventi di chirurgia bariatrica capaci di alterare la struttura parietale dell’intestino e, con essa, l’equilibrio dei batteri ospiti”.  

6) “L’assunzione di farmaci antispastici, frequente nei casi di colon irritabile – illustra ancora Minelli – tende a rallentare il movimento del cibo e delle scorie lungo il canale intestinale, ciò che evidentemente altera l’equilibrio dei batteri a scapito i quelli buoni. Altri farmaci potenzialmente in grado di provocare disbiosi nell’intestino, con conseguente comparsa di Sibo/Sifo, sono gli antibiotici o i gastroprotettori se assunti in maniera continuativa e protratta nel tempo. E poi ansiolitici o psicofarmaci ad azione sedativa, potenzialmente in grado di inibire la corretta funzione neuro-muscolare dell’intestino”. 

7) “A favorire l’insorgenza di una Sibo, anche il consumo ricorrente di alcol o di abbondanti quantità di zuccheri semplici”, ricorda l’esperto. 

8) “In fatto di alimenti – descrive Minelli – nella Sibo come nella Sifo una grandissima rilevanza hanno i cosiddetti Fodmap (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli), ovvero alimenti contenenti al loro interno zuccheri fermentabili come il fruttosio o il lattosio che costituiscono il substrato nutritivo dei batteri fermentativi. Nel momento in cui questi ultimi dovessero abbondare nell’intestino tenue, trarrebbero dai Fodmap le risorse per produrre grandi quantità di gas con tutte le conseguenze e la cascata di sintomi intestinali ed extraintestinali”.  

9) “La diagnosi di Sibo viene generalmente effettuata attraverso un ‘breath-test’ che misuri nell’aria espirata del paziente i quantitativi di gas metano e di idrogeno prodotti dai suoi batteri”, spiega l’immunologo. 

10) “Il miglior approccio terapeutico in grado di agire efficacemente su Sibo e Sifo – conclude – si basa sullo studio analitico della composizione microbica intestinale del soggetto interessato e sulla conseguente ricomposizione, attraverso un trattamento pre e pro biotico preciso e personalizzato, di un assetto batterico equilibrato in grado di riportare stabilmente in salute i pazienti”.  

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