Siesta bocciata, camminare (senza correre) dopo mangiato fa bene

(Adnkronos) – Camminare dopo mangiato fa bene? Gli esperti di ‘Dottore, ma è vero che…?’, il sito anti-bufale della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), rispondono a questa domanda scoraggiando per prima cosa i fautori della ‘siesta’: “Cedere alla tentazione del riposino postprandiale non è una buona abitudine”, premettono. Incoraggiando piuttosto ad aiutare il lavoro che l’organismo deve fare dopo i pasti, specie nel post cena, con una passeggiata. Non però con una corsa, che invece di agevolare il compito del nostro apparato gastro-intestinale, potrebbe ostacolarlo.  

“Camminare dopo un pasto, secondo la saggezza tradizionale, aiuta a liberare la mente e favorisce la digestione”, ricordano i medici. “Ma probabilmente – aggiungono – camminare dà anche altri benefici: uno studio di piccole dimensioni, perché condotto su poche persone, ha dimostrato che camminare dopo i pasti rende il transito intestinale più veloce. Lo stesso studio ha confermato invece che bere un super alcolico”, un ammazzacaffè tipo “brandy, grappa, amaro, o un caffè, non ha alcun effetto positivo sulla digestione”, precisano i dottori anti-fake news. “Più in generale – evidenziano – sappiamo che l’attività fisica può migliorare i sintomi della sindrome del colon irritabile, aiutando l’eliminazione dei gas intestinali e riducendo i sintomi nelle persone che soffrono di gonfiore intestinale. Anche nelle persone adulte che soffrono di stitichezza (stipsi) cronica, camminare 30 minuti al giorno è un’abitudine raccomandata”. 

Il detto non sbaglia nemmeno quando recita che ‘chi va piano va sano e lontano’. Perché se dopo mangiato “invece di camminare corressimo – avvertono i medici – rischieremmo di ritardare la digestione. Forme di allenamento vigoroso, infatti, possono privare il tratto gastrointestinale del necessario afflusso di sangue, rallentando l’attività digestiva. Questo perché – spiegano – i muscoli dello stomaco sono più attivi durante la digestione, causando una maggiore richiesta di ossigeno e di flusso sanguigno allo stomaco e agli altri tessuti gastrointestinali. Quando ci alleniamo il sangue viene richiamato da muscoli, cuore, polmoni e cervello, riducendosi nei tessuti meno attivi come il tratto gastrointestinale, sebbene impegnato nella digestione. La riduzione del flusso sanguigno produce uno stimolo nervoso che contribuisce all’insorgenza della nausea. Per questo andare ad allenarsi o fare sport intenso dopo i pasti è sconsigliato. La maggior parte delle ricerche svolte sull’attività fisica dopo i pasti suggerisce che un esercizio di intensità moderata è la scelta migliore. Quindi dobbiamo preferire una camminata veloce o una passeggiata in bicicletta”. 

Ma a che distanza dal pasto serve fare esercizio? “I risultati migliori si ottengono camminando entro un’ora o un’ora e mezza dal pasto”, consigliano gli esperti. “Sebbene una camminata leggera in qualsiasi momento faccia bene alla salute, una breve camminata entro 60-90 minuti dal consumo di un pasto può essere particolarmente utile per ridurre i picchi glicemici, dato che è proprio in quel momento che i livelli di zucchero nel sangue tendono ad aumentare. Attenzione, però – insistono – che l’attività fisica sia di intensità moderata”. 

E a chi mette le mani avanti, accampando l’alibi della pausa di lavoro troppo breve per dilungarsi in una passeggiata dopo pranzo, “secondo gli autori dello uno studio prima citato – replicano i medici – possono essere utili anche delle brevissime passeggiate, del tipo di quelle che possiamo fare anche sul posto di lavoro. Lo hanno spiegato al ‘New York Times’: una mini-passeggiata di 2 o 3 minuti è fattibile anche durante la giornata lavorativa, magari per andare a prendere un caffè o lungo il corridoio. Per chi lavora da casa”, la proposta è di “fare una breve passeggiata intorno all’isolato dopo pranzo. Ma anche semplicemente stare in piedi per alcuni minuti potrà dare un beneficio”. Per la digestione, ma non solo: “Un’attività fisica da bassa a moderata dopo i pasti ha un effetto protettivo anche sulla salute del cuore, riducendo il rischio di ictus o infarto”.  

Ancora, dalle ricerche prese in esame da ‘Dottore, ma è vero che…?’ emerge che “una passeggiata di 15 minuti dopo i pasti può ridurre i livelli di zucchero nel sangue, contribuendo così a prevenire complicazioni come il diabete di tipo 2”. In particolare, tutti gli studi inclusi in una revisione sistematica dimostravano che “pochi minuti di camminata ad intensità leggera dopo un pasto erano sufficienti a migliorare significativamente i livelli di zucchero nel sangue, rispetto ad esempio allo stare seduti alla scrivania o al sedersi sul divano. Questo perché anche una camminata leggera richiede un impegno attivo dei muscoli e utilizza i nutrienti provenienti dal cibo”.  

Dunque anche nelle persone che soffrono di diabete è indicato camminare dopo mangiato? “Sì – assicurano i dottori – e prima si inizia a camminare dopo i pasti è meglio è. Il glucosio tende a raggiungere il picco 72 minuti dopo l’assunzione del cibo, quindi è meglio che il movimento sia più precoce possibile dopo il pasto. Anche solo una camminata veloce di 10 minuti ne varrà la pena”.  

E “le brevi passeggiate dopo i pasti – puntualizzano gli esperti – sono più efficaci nel ridurre la glicemia dopo cena, rispetto a una singola passeggiata di 45 minuti fatta a metà mattina o nel tardo pomeriggio”. Questo “perché molte persone rimangono sedute la sera”. E “può essere un’abitudine particolarmente negativa perché, bene o male, dopo pranzo siamo tutti o quasi abituati a muoverci un poco”.  

“La maggior parte del guadagno in termini di salute – riporta il primo autore di uno degli studi citati dai medici anti-bufale – deriva dalla riduzione del 22% della glicemia ottenuta camminando dopo quello che è il pasto più ricco di carboidrati della giornata e che in genere è seguito dal periodo della giornata più sedentario di tutti”. 

(Adnkronos)