Sima, ‘attacco a vino non ha nulla di scientifico, numeri smentiscono allarmi’

(Adnkronos) – “L’attacco al vino italiano a cui stiamo assistendo in questi giorni non ha nulla di scientifico, e a confermarlo sono i numeri ufficiali degli istituti di ricerca”. Lo afferma la Società italiana di medicina ambientale (Sima) che smentisce gli allarmi in tema sanitario correlati al consumo di prodotti vinicoli e – con una nota – interviene sulla decisione irlandese di affiggere sulle bottiglie avvertenze per la salute come quelle sui pacchetti delle sigarette. 

“Non si comprende perché voler affrontare il problema della cancerogenicità per l’etanolo – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani – e nascondere ipocritamente sotto il tappeto le polveri sottili che popolano la quotidianità delle nostre città, con l’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) che nell’ultimo report sulla qualità dell’aria ha citato espressamente la pianura padana come uno dei luoghi con l’aria più malsana d’Europa”. E “pensare – aggiunge Miani – che il particolato atmosferico (polveri sottili, Pm10, Pm2.5 e via di seguito) è responsabile, secondo l’Eea, di oltre 400.000 decessi prematuri ogni anno in Europa, con l’Italia che svetta in classifica con 80.000 morti annui, oltre 4 volte il numero di decessi correlato al consumo di alcol che provoca, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, circa 17.000 morti l’anno in Italia tra cirrosi epatica, tumori, malattie cardiovascolari e incidenti stradali correlati al bere”. 

Questo “non significa voler sottovalutare il problema dell’alcol – tiene a precisare Miani – che deve essere affrontato non tanto attaccando la produzione vinicola italiana, quanto contrastando ad esempio il consumo di superalcolici sempre più diffusi soprattutto tra i giovanissimi. I dati Istat mostrano come i superalcolici siano in aumento e costituiscano la stragrande maggioranza dei prodotti alcolici consumati dai giovanissimi”. Quello “che serve, semmai, è una vera campagna contro il consumo di alcol da parte dei giovani, ricordando che la prima causa di morte dei nostri ragazzi tra i 14 ed i 24 anni non è il cancro, ma sono gli incidenti stradali alcol-correlati”, conclude.  

(Adnkronos)